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Scuola, il 2017 sarà l’anno dei concorsi

In arrivo quelli per presidi e direttori

Economia, Scuola, Welfare
Scuola, il 2017 sarà l’anno dei concorsi
(Teleborsa) - Il 2017 sarà l’anno dei concorsi: lo ha confermato il Ministero dell’Istruzione, attraverso l’Atto d’Indirizzo del nuovo ministro Valeria Fedeli pubblicato a fine anno. Perché, “si concluderà – scrive La Stampa - quello per oltre 63mila nuovi docenti (una bella fetta di insegnanti potranno essere immessi in ruolo già nella prossima estate) e nelle prime settimane del nuovo anno dovrebbe essere pubblicato il bando del nuovo concorso per dirigenti scolastici, per la prima volta gestito interamente dal Miur e non più dalla scuola ad hoc della pubblica amministrazione. Viale Trastevere ha preso inoltre l’impegno ad avviare, dopo tantissimi anni, il concorso per Direttore dei servizi generali e amministrativi”. In forse rimane il Tirocinio formativo attivo abilitante all’insegnamento su discipline comuni, ma non quello per il sostegno che partirà invece a breve.

Il concorso più atteso rimane quello per presidi, anche perché in estate i posti da coprire sfioreranno quota 2mila: nella bozza di testo del regolamento per nuovi dirigenti scolastici, è stato inclusa la possibilità, su cui si è espresso favorevolmente pure il Consiglio di Stato, di considerare utile per il raggiungimento dei cinque anni di servizio anche il periodo di precariato. Il sindacato Anief, che chiedeva questa modifica da anni, si ritiene soddisfatto, ma non del fatto che continui ad essere indispensabile lo status di docente di ruolo.

Il Miur acceleri i tempi di uscita del bando, perché occorre assolutamente porre fine al problema delle reggenze, visto che senza nuovi capi d’istituto, le nostre scuole continuerebbero a vivere nell'emergenza, ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal. Si faccia però in modo di fornire questa possibilità anche al personale precario, sempre se abilitato ed in possesso dei cinque anni d’insegnamento: ciò permetterebbe anche di ridurre molto l’età media dei nostri capi d’istituto, oggi davvero troppo alta. Altrimenti, la questione tornerà in mano ai giudici. Che si sono già espressi a favore dei ricorrenti in occasione dell’ultimo concorso bandito nel 2011.

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