Facebook Pixel
Milano 17:35
33.922,16 +0,12%
Nasdaq 20:23
17.105,56 -1,66%
Dow Jones 20:23
37.965,08 +0,50%
Londra 17:35
7.895,85 +0,24%
Francoforte 17:35
17.737,36 -0,56%

Cybersecurity: aziende più consapevoli, ma il 42% non ha piani in caso di attacco

Economia, Scienza e tecnologia
Cybersecurity: aziende più consapevoli, ma il 42% non ha piani in caso di attacco
(Teleborsa) - Terra di tutti e, quindi, di nessuno, il cyberspace è oggi un vero e proprio campo di battaglia con le aziende pronte a rispondere, colpo su colpo, agli attacchi informatici sempre più evoluti e sempre più in crescita.
Prevedere e resistere, questo l'imperativo per combattere un fenomeno in fortissima espansione a suon di investimenti nella cybersecurity per individuare la strategia migliore per mettere KO il cyberspione.

E' quanto emerge dalla diciannovesima edizione dell'EY Global Information Security Survey (GISS), che ha coinvolto 1.735 organizzazioni a livello globale.

Le imprese, dunque, sono maggiormente fiduciose rispetto agli anni passati di riuscire a prevedere e resistere ad attacchi informatici evoluti. Ma la strada verso la vittoria è ancora lunga.

"HOUSTON, ABBIAMO UN PROBLEMA" - Solo il 50% degli intervistati a livello globale, infatti, dichiara di avere oggi le capacità per rilevare un attacco informatico sofisticato; l'86% afferma che la propria funzione di Cyber security non soddisfa ancora pienamente le esigenze dell'organizzazione di cui fanno parte e il 42% delle aziende dichiara di non disporre di una strategia condivisa o di un piano da attuare in caso di un attacco con impatti significativi.

Alla domanda relativa ad incidenti di sicurezza recenti e di natura significativa, oltre la metà (57%) degli intervistati ha dichiarato di averne subito uno. E quasi la metà (48%) ha evidenziato come gli strumenti obsoleti per il controllo della cybersecurity e delle architetture di sicurezza costituiscano la maggior vulnerabilità per la propria organizzazione (+ 34% rispetto al 2015)

Cyberspione Made in Italy, che pacchia! - Vita facile per i cyberspioni Made in Italy: nel Belpaese, infatti, sale al 97% la percentuale di chi dichiara di avere una funzione di Cybersecurity non pienamente in linea con le proprie esigenze: quasi due terzi (65%) non dispone di un programma formale e strutturato di Threat Intelligence, mentre quasi la metà non possiede metodi e strumenti tecnologici adeguati per identificare le vulnerabilità.

Cosa preoccupa di più? Secondo l’indagine a preoccupare gli intervistati italiani l’aumento dei rischi delle azioni di dipendenti negligenti o inconsapevoli (74% rispetto al 51% nel 2015) e l’accesso non autorizzato ai dati (32% rispetto al 21% nel 2015).

SOS Ghostbusters - A meno che, dunque, non vogliate scomodare i celebri acchiappafantasmi, la strada verso la crescita della sicurezza è ancora piena di ostacoli, rimasti praticamente invariati rispetto allo scorso anno

Budget limitato (61% degli intervistati a livello globale e 60% intervistati italiani)
– Mancanza di risorse qualificate ( 56% delle organizzazioni globali e 48% delle aziende italiane)
– Mancanza di una maggior consapevolezza e di supporto da parte del top management (32% degli intervistati a livello globale e 44% intervistati italiani)
Condividi
```