(Teleborsa) -
Dura la risposta dell'Italia alla Germania riguardo al
caso emissioni FCA e alla richiesta di ritirare le Fiat 500, Doblò e Jeep Renegade. “La proposta tedesca è irricevibile non si danno ordini ad un Paese sovrano come l’Italia”, ha affermato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti al TG1, ricordando che “l’Autorità di omologazione italiana è quella deputata a stabilire la correttezza dei dispositivi e noi l’abbiamo stabilita esattamente come loro hanno stabilito la irregolarità sulla
Volkswagen. Queste sono relazioni tra buoni vicini che si rispettano. Noi non abbiamo niente da nascondere e i dati sono a disposizione della Commissione Europea che ha messo in piedi una camera di mediazione. Ma non accettiamo imposizioni per le campagne elettorali o per le tensioni interne ad un Paese”, ha tuonato
Graziano Delrio.
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha poi scritto alla Commissaria europea all’Industria e al Mercato
Elzbieta Bienkowska chiedendo chiarimenti rispetto alle dichiarazioni attribuite alla Commissione Europea sul comportamento dell’Italia relativamente al caso emissioni Fca e ha ribadito la correttezza dell’operato.
Proprio ieri il MIT ha specificato che "non risulta che la Commissione Europea abbia verifiche proprie che confermino i test tedeschi sui veicoli FCA", smentendo le notizie relative all'ipotesi di ostruzionismo del gruppo italiano: "Dire che l’Italia ha disdetto l’appuntamento, quando i due Paesi e la Commissione stanno solo cercando una data comune, è una ricostruzione perlomeno infondata".