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Padoan: "Problemi dell'Europa nascono a Bruxelles e Francoforte e danno forza al populismo"

Lo ha sottolineato il Ministro dell' Economia al World Economic Forum di Davos dove ha spiegato:" la classe media è delusa, servono progetti credibili"

Economia
Padoan: "Problemi dell'Europa nascono a Bruxelles e Francoforte e danno forza al populismo"
(Teleborsa) - "Dobbiamo prendere il populismo seriamente anche perché quelli che lo votano, in molti casi, sono brave persone, che sono preoccupate sul futuro dei propri ragazzi, sull'educazione, sulla sicurezza. E vanno presi molto seriamente". E' quanto dichiarato dal Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan intervenuto al World Economic Forum a Davos.

All'indomani dell'invio della lettera di Bruxelles al Governo italiano sui conti, il Ministro dell'Economia non ha remore a dire che il problema dell'Europa è la stessa Europa. "I nostri problemi nascono a Bruxelles e, talvolta, a Francoforte. Dobbiamo rovesciare completamente le politiche".

"L'Italia sta proseguendo le sue riforme strutturali", ha spiegato Padoan che ha preso la parola insieme a Christine Lagarde, direttrice del Fondo Monetario Internazionale.

Il Ministro ha spiegato che i partiti populisti esprimono preoccupazioni "reali" anche se ha aggiunto che questi partiti "non forniscono risposte mentre le riforme strutturali che il Governo ha varato richiedono tempo per dare frutti".

Secondo il numero uno del Dicastero di via XX settembre in Europa soprattutto, "l'insoddisfazione della classe media, viene espressa dicendo no a qualsiasi cosa i leader politici suggeriscano" e in queste condizioni "individuare delle soluzioni è più difficile che dire no".

Padoan non ha dubbi. Questo è "il segno di una crisi che richiede il ripensamento della leadership".

Non ha abbassato i toni neanche il numero uno del FMI Lagarde che ha spiegato che è arrivato il tempo che si rivedano le politiche economiche e monetarie"Probabilmente significa che ci vuole una maggiore redistribuzione dei redditi di quanta ne abbiamo oggi", ha concluso il direttore del FMI.


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