(Teleborsa) -
Nulla di nuovo dalla Federal Reserve, che ha deciso di lasciare invariata la politica monetaria dopo l'
aumento finalizzato a dicembre scorso, il primo da circa 12 mesi.
I Fed Funds, dunque, restano nell'intervallo compreso tra 0,5-0,75%.
Questa volta non è prevista la consueta conferenza stampa di
Janet Yellen.
La politica "prudente" e tendenzialmente "espansiva" del numero uno della Fed è ben nota alla comunità finanziaria, ma la banchiera a capo della Fed ha avuto anche le sue ragioni per attendere un momento più propizio per alzare i tassi: le incertezze della politica internazionale, la stagnazione dell'economia globale, la crescita altalenante di posti di lavoro in USA e, soprattutto, un'inflazione che stentava a crescere a livello planetario.
Oggi, rispetto ad un anno fa, la situazione appare radicalmente mutata:
il mercato del lavoro è su un buon sentiero di crescita e
l'inflazione si è risvegliata, ma rischia anche di esplodere per le
politiche protezionistiche e pro-crescita di Trump, le cui mosse saranno determinanti anche per le scelte della banca centrale statunitense.
La Fed è "giustamente" ottimista sulla crescita dell'economia e prospetta tassi al 3% entro il 2019. Tuttavia,
le incognite restano molte e l'attesa appare più che giustificata.
Il prossimo rialzo? I più ritengono che i tassi non si muoveranno neanche a marzo e indicano come
data più probabile la riunione di giugno.
In generale, sono attesi per quest'anno almeno tre rialzi dei tassi sui Fed Funds.