(Teleborsa) -
Crollano le riserve valutarie cinesi, crollando
sotto i 3 mila miliardi di dollari per la prima volta in 5 anni. E' l'effetto dei continui
deflussi di capitali che stanno colpendo la maggiore economia asiatica, che hanno
bruciato ben 1.200 miliardi di dollari nell'ultimo anno e mezzo.
Le riserve sono scese infatti a
2.998 miliardi, riducendosi di 12,3 miliardi nell'ultimo mese, meno dei -41 miliardi di dicembre e sotto i circa 50 miliardi in media bruciati ogni mese lo scorso anno.
L'emorragia però non si arresta (sono stati persi 833 miliardi in meno in 2 anni) e non si vede alcuna inversione del trend in atto da due anni e mezzo:
a giugno 2014 le riserve in valuta estera ammontavano a ben 4 mila miliardi.
Si tratta di un
"disastro annunciato", anche se la proporzione è impressionante e rischia di mettere
sotto scacco la valuta cinese, che potrebbe anche scendere sotto il cambio di 7 rispetto al dollaro.
Il crollo delle riserve valutarie è stato causato dai
continui e massicci acquisti di yuan effettuati dalla banca centrale, per sostenere il cambio della valuta locale, che risentiva nello stesso tempo dei deflussi di capitali indotti dalla stessa
politica monetaria della People Bank of China. Un cane che si morde la coda.