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Banco BPM chiude l'esercizio 2016 in rosso per 1,6 miliardi

Finanza
Banco BPM chiude l'esercizio 2016 in rosso per 1,6 miliardi
(Teleborsa) - Banco BPM chiude il bilancio 2016 in rosso per circa 1,6 miliardi di euro, che al netto delle componenti non ricorrenti si riduce a -939,7 milioni ed include anche l’onere delle rettifiche straordinarie: rettifiche nette su crediti per 2.958 milioni, di cui 1.600 milioni per rettifiche legate al rafforzamento delle coperture previste dal piano di integrazione. La fusione è operativa da inizio 2017.

Il risultato lordo di gestione è pari a 981 milioni, che sale a 1.623 milioni escludendo le componenti non ricorrenti. I proventi operativi si attestato a 4.738 milioni.

Lo stock dei crediti deteriorati netti scende dell'8,4% a 16.204 euro, portando lo stock dei crediti deteriorati: al 47,9% del totale (era al 43,8% nel 2015). Livello delle sofferenze al 60% dal 57,2% del 2015.

A fine 2016, il CET1 ratio phase-in aggregato delle due banche si attestava a 12,30% ed il Cet1 fully loaded all'11,42%.

Il nuovo Gruppo entra nel 2017 con importanti aggregati patrimoniali - sottolinea il gruppo - con un totale attivo di 168 miliardi, impieghi a clientela per 111 miliardi, una raccolta totale pari a 219 miliardi e un patrimonio netto di 12 miliardi. Si segnala inoltre che il risparmio gestito aggregato si attesta a 58,6 miliardi, in crescita del 4,1% rispetto a fine 2015.

Il Gruppo ex Banco Popolare vece scendere il margine di interesse del 14,7% a 1,3 miliardi di euro e chiude il 2016 con una perdita netta di periodo pari a 1.681,7 milioni, rispetto ad un utile netto di 430,1 milioni realizzato lo scorso esercizio 2015.

Il Gruppo BPM invece evidenzia proventi operativi in calo a 1,6 miliardi e un risultato netto in calo a 72,7 milioni, rispetto all'utile netto 2015 di 288,9 milioni. Al netto delle componenti non ricorrenti, l’utile di pertinenza della capogruppo è pari a 195,2 milioni.

Riguardo alle prospettive, il Gruppo punterà nella gestione 2017 ad un "recupero della redditività" anche grazie alle sinergie derivanti dalla fusione.
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