(Teleborsa) - Clima rovente alla direzione del PD.
Dopo l'intervento del segretario
Matteo Renzi che ha aperto i lavori parlando di unità,
lasciando da parte le scissioni, si è parlato del Congresso.
Lo "scontro" con la minoranza è favorevole all'ex Premier. Il Presidente Matteo Orfini decide di mettere al voto solo la mozione della maggioranza che passa agevolmente con 107 a favore, 12 contrari e 5 astenuti. E così,
tra sabato 18 e domenica 19 febbraio è indetta l'assemblea per avviare l'iter congressuale, che come primo atto dovrebbe necessariamente vedere le dimissioni del Segretario Renzi. Congresso che si svolgerà con le stesse modalità del precedente che portò Renzi alla segreteria.
Per il momento niente date, ed elezioni che sembrano farsi più lontane. "Si dice o fai il congresso prima delle elezioni o me ne vado - dice a gran voce Renzi dal palco della direzione - ma mi sembra un ricatto morale e sono difficilmente incline a cedere ai ricatti. Fare il Congresso come alternativa al renzismo? Troppo onore, il Congresso si deve fare come alternativa al trumpismo, al lepenismo, al massimo al grilliamo.
Non voglio nessuna scissione: se deve essere, sia una scissione sulle idee, senza alibi, e non sul calendario. Agli amici e compagni della minoranza voglio dire: mi dispiace se costituisco il vostro incubo,
ma voi non sarete mai il nostro avversario, i nostri avversari sono fuori da questa stanza. Non possiamo più prendere in giro la nostra gente".E intanto il Presidente della regione Puglia,
Michele Emiliano, annuncia la propria candidatura a Segretario del Partito democratico.