(Teleborsa) -
In tempo di crisi, avere un lavoro stabile equivale a essersi aggiudicati il primo premio della lotteria. A questo fattore già di per sè fondamentale, si aggiunga anche una verità inconfutabile:
il lavoro nobilita l'uomo. E, inutile nasconderlo, anche il portafoglio. Eppure, può capitare di tornare a casa
stanchi e depressi alla fine di una giornata lavorativa. Solo una giornata storta? Forse. Ma potrebbe esserci qualcosa di più. Un campanello d'allarme, se costante, da non trascurare perchè secondo alcuni psicologi, infatti, esistono dei segnali precisi che il nostro corpo ci invia per avvertirci che forse il lavoro che stiamo facendo non va bene per la nostra salute fisica e mentale.
SEGNALI NEGATIVI - Non riuscite a
concentrarvi? Perdete la
pazienza, un tempo vostra miglior virtù, con troppa facilità? Una volta a casa,
non riuscite a prendere sonno? Anche il senso
dell'ironia perde colpi mettendo ko il vostro
umore sempre più cupo? Ma soprattutto, la mattina al primo trillo della sveglia, un'ondata
d'ansia vi assale al solo pensiero di dover andare in ufficio?
Se avete risposto "sì" a tutte le domande, c'è decisamente da preoccuparvi. Sono, questi, infatti, i segnali che il dottor Sandi Mann, docente di psicologia alla University of Central Lancashire (UCLan), ha elencato al 'Mail Online' per aiutarci a capire se il nostro lavoro è davvero quello giusto o se invece è arrivato il momento di farci una domanda e chiederci se il
lavoro che stiamo facendo è quello dei nostri sogni o, piuttosto, è diventato un vero e proprio incubo.Prima di
licenziarvi però pensateci bene perchè le vostre
finanze, alle prese con la lotta estenuante contro una crisi che di mollare non ne vuol proprio sapere, potrebbero non essere affatto d'accordo.