(Teleborsa) -
Alitalia resta nell'occhio del ciclone, in vista dello sciopero di 4 ore di oggi 23 febbraio, che rischia di mettere a terra il 60% dei voli, per la
vertenza sul contratto di lavoro fra i sindacati di categoria e l'associazione che rappresenta gli operatori del trasporto aereo (Assaereo).
Lo stop riguarda sia Alitalia che le aziende di gestione aeroportuale e di handling ed il personale di terra ed è stato proclamato dai sindacati di categoria (Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto aereo) nella fascia oraria che va
dalle ore 14 alle ore 18, dopo il
flop del tavolo di confronto con Assaereo.
Quest'ultima ha fatto un
ultimo tentativo convocando di nuovo i sindacati per
venerdì 24 febbraio per parlare del contratto di lavoro, scaduto il 31 dicembre scorso.
Frattanto, Alitalia è in una fase delicatissima della sua storia: fra
cambi al vertice (dopo le
dimissioni di Colaninno dal CdA ed il
siluramento del numero uno di Etihad James Hogan, brucia anche la poltrona di Luca Cordero di Montezemolo), un
piano industriale che tarda, le voci di possibili
alleanze sul lungo raggio con Ryanair ed una ipotetica alleanza con Lufthansa per il low cost. Da non sottovalutare poi anche le voci di un
defilamento della stessa Etihad, delusa dall'attuazione del precedente piano di rilancio.