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L'Antitrust sollecita una "rapida" riforma del settore taxi e Ncc

L'Autorità per la concorrenza chiede a governo e Parlamento di intervenire quanto prima. Settore regolato da legge vecchia 25 anni. Ecco i "consigli" per liberalizzare il settore

Economia, Trasporti
L'Antitrust sollecita una "rapida" riforma del settore taxi e Ncc
(Teleborsa) - Dopo le proteste dell'ultimo periodo contro un emendamento al decreto Milleproroghe, l'Antitrust interviene sulla vertenza portata avanti dai taxi e dalle cosiddette auto blu (Ncc), sollecitando una rapida riforma del settore, dopo la promessa del governo di intervenire con decreto entro un mese (fine marzo).

Il settore dalla mobilità non di linea (taxi e ncc) - spiega l'autorità per la concorrenza - è regolato da una legge ormai vecchia di 25 anni (legge n.21 del 15 gennaio 1992) e richiede una riforma complessiva.

In questa ottica l’Antitrust ha inviato a Parlamento e Governo una segnalazione per sottolineare la necessità di mettere la normativa al passo con l’evoluzione del mercato. L’Autorità ritiene infatti che la strada da perseguire per la riforma del settore debba innanzitutto passare da un alleggerimento della regolazione esistente. A tal fine dovrebbe essere garantita una maggiore flessibilità operativa ai soggetti dotati di licenza taxi e al tempo stesso dovrebbero essere eliminate le disposizioni che limitano su base territoriale l’attività degli operatori NCC.

Queste riforme - sottolinea - garantirebbero una piena equiparazione dal lato dell’offerta tra gli operatori dotati di licenza taxi e quelli dotati di autorizzazione NCC e faciliterebbe lo sviluppo presso il pubblico di forme di servizio più innovative e benefiche per i consumatori (tipo Uber black e Mytaxi).

La riforma dovrebbe anche riguardare quella tipologia di servizi che attraverso piattaforme digitali mettono in connessione autisti non professionisti e domanda finale (come il servizio Uber Pop). "Tale regolamentazione – tenuto conto dell’esigenza di contemperare la tutela della concorrenza con altri interessi meritevoli di tutela quali la sicurezza stradale e l’incolumità dei passeggeri – dovrebbe essere tuttavia la meno invasiva possibile, limitandosi a prevedere una registrazione delle piattaforme in un registro pubblico e l’individuazione di una serie di requisiti e obblighi per gli autisti e per le piattaforme, anche di natura fiscale".

"È chiaro - riconosce l'authority - che queste misure determinerebbero una immediata estensione dell’offerta di servizi di mobilità non di linea a tutto vantaggio dei consumatori finali. La possibilità di successo di una tale riforma in senso pro-concorrenziale del settore è tuttavia legata all’adozione di misure idonee a limitare quanto più possibile l’impatto sociale dell’apertura del mercato. A beneficio dei tassisti in servizio al momento dell’entrata in vigore della nuova normativa, l’Autorità pertanto suggerisce alcune forme di compensazione che potrebbero essere finanziate tramite la costituzione di un Fondo finanziato dai nuovi operatori e dai maggiori introiti derivanti da possibili modifiche del regime fiscale".
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