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La disoccupazione scende a febbraio. Cala anche per i giovani

Nonostante i positivi dati sulla disoccupazione pubblicati dall'istat, la crescita degli occupati ancora non decolla. Non soddisfa Confcommercio che sentenzia: "Permane una scarsa vivacità del mercato"

Economia, Welfare
La disoccupazione scende a febbraio. Cala anche per i giovani
(Teleborsa) - Disoccupazione in calo a febbraio sia sul totale della forza lavoro che nella fascia giovanile. Il dato però è stato accolto con un po' di scetticismo dagli esperti, che parlano di una scarsa dinamicità della crescita occupazionale.

Secondo le stime provvisorie dell'ISTAT, il tasso di disoccupazione è sceso all'11,5% e la disoccupazione giovanile al 35,2%, perdendo almeno 1,7 punti rispetto al dato precedente.

Nel periodo dicembre-febbraio si registra una lieve crescita degli occupati rispetto al trimestre precedente (+0,1%, pari a +14 mila), determinata dall'aumento dei dipendenti a termine. L’aumento riguarda le donne ed è particolarmente accentuato tra gli ultracinquantenni. Anche su base annua si conferma la tendenza all'aumento del numero di occupati (+1,3%, pari a +294 mila).

Alla lieve crescita di occupati si accompagna un deciso calo dei disoccupati (-2%, pari a -61 mila) e un aumento degli inattivi (+0,2%, pari a +27 mila).

Nonostante questa fotografia, non sono entusiasti i commenti di Confcommercio, che parla di una "situazione connotata da scarsa vivacità" e di "evoluzione perfettamente in linea con un quadro congiunturale poco dinamico". Per l'assocuiazione che rappresenta il settore del commercio, "nonostante la crescita su base annua sia ancora positiva (+294mila unità), si indebolisce la spinta al recupero dei livelli occupazionali e già dalla scorsa estate il profilo congiunturale è quasi piatto, con una variazione complessiva giugno 2016-febbraio 2017 di soli 38mila occupati aggiuntivi".

"La presenza di un mercato del lavoro meno dinamico – conclude Confcommercio - potrebbe aver contribuito alla sensibile riduzione del numero di disoccupati registrata su base mensile (-83mila unità), riportando nell'area degli inattivi parte di coloro che nei mesi precedenti, intravedendo maggiori passibilità, avevano svolto una ricerca più attiva di un lavoro".
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