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FMI, Christine Lagarde dice un secco no al protezionismo

In un intervento a Washington la numero uno del FMI tocca temi chiave come l'emergere di tendenze protezionistiche e il persistente calo della produttività. Affrontato anche il tema degli aiuti alla grecia

Economia
FMI, Christine Lagarde dice un secco no al protezionismo
(Teleborsa) - Il Fondo monetario internazionale si scaglia contro il protezionismo, con l'obiettivo di ottenere un "commercio equo", dando una risposta chiara e netta alle tendenze protezionistiche di Donald Trump e di altre economie a livello globale.



Lo ha chiarito la numero uno dell'Istituto di Washington, Christine Lagarde, durante un intervento all'American Enterprise Institute, commentando in modo critico il messaggio dell'ultimo G20 dei ministri delle finanze e dei banchieri centrali, tenutosi a Baden-Baden (Germania) il 17-18 marzo scorso. In quell'occasione infatti, i Venti avevano sposato la linea Trump, smussando gli accenti più critici nei confronti del protezionismo e facendo venir meno la tradizionale frase con cui si impegnano a "resistere a tutte le forme di protezionismo".

"Se quella frase scomparsa sta a significare un principio a cui tutti aderiscono ma non rispettano, allora prima di reintrodurla di nuovo dobbiamo essere certi che rispettiamo le sue implicazioni", ha detto il capo del FMI, aggiungendo "se invece l'intento dietro a tale mossa è 'vogliamo essere protezionisti, allora la questione diventa problematica".

Altra cavallo di battaglia dell'ex ministro delle finanze francese il tema della produttività: la Lagarde ha affermato che "gli standard di vita potrebbero scendere ancora a livello mondiale se i governi non investiranno in ricerca ed istruzione alzando la produttività". Poi, ha aggiunto che un altro decennio di bassa produttività avrà effetti molto negativi sugli standard di vita e metterà a rischio alcuni la stabilità sociale e finanziaria di alcuni Paesi, riducendo le chance di aliminare le disuguaglianze.

Affrontato anche il tema dei finanziamenti alla Grecia. La Lagarde ha ribadito che per partecipare al terzo bailout da 86 miliardi di euro assieme all'UE, l'istituto di Washington continua a chiedere ad Atene riforme indispensabili su fisco e pensioni.



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