Facebook Pixel
Milano 17:35
33.939,75 -0,97%
Nasdaq 19:09
17.370,18 -0,89%
Dow Jones 19:09
38.008,84 -1,18%
Londra 17:35
8.078,86 +0,48%
Francoforte 17:35
17.917,28 -0,95%

La Corte Conti vede una "ripresa meno fragile" ma punta il dito sulla super tassazione

Pubblicato il Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica che rileva segnali di "ripresa" e indica i limiti: tassazione eccessiva e debito troppo elevato

Economia
La Corte Conti vede una "ripresa meno fragile" ma punta il dito sulla super tassazione
(Teleborsa) - La Corte dei Conti conferma che la ripresa dell'economia italiana è "meno fragile", ma le tasse restano a livelli elevatissimi, almeno 25 punti sopra la media europea. E' questa la sintesi del Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica elaborato dai giudici contabili, che affermano: "Finalmente si è usciti da una fase di recessione protrattasi per otto anni".

"Nonostante le incertezze iniziali, l'andamento dell'economia sembrerebbe aver segnato un'inversione di marcia verso un'espansione meno fragile e più qualitativa", si legge nel rapporto, dove si cita in particolare la ripresa degli investimenti, favorita sia dalle migliorate condizioni finanziarie che dalle misure approntate dal governo.

Resta l'annoso problema delle tasse

Naturalmente, vi sono ancora elementi negativi, in particolare una pressione fiscale ancora troppo alta rispetto alla media europea, soprattutto fra le imprese, che sono sottoposte ad un carico fiscale complessivo (tasse e contributi diretti ed indiretti) del 64,8%, superiore di 25 punti rispetto alla media europea.

L'altro problema storico dell'Italia è da rinvenire anche nel cuneo fiscale, che è superiore di ben 10 punti sulla media UE, attestandosi al 49% del costo complessivo del lavoro. Quasi la metà di quanto pagato dalle imprese per il lavoratore viene dunque prelevata sotto forma di imposte dirette ed indirette e contributi di vario tipo. Un fattore che non rende il lavoro certamente competitivo nel nostro paese.

Il debito va ridotto progressivamente e senza fretta

Il Rapporto passa poi ad esaminare il risanamento dei conti pubblici dell'Italia, ricordando che è "più faticoso" che negli altri paesi europei, ma "necessario", perché si conferma il secondo più alto dopo la Grecia. Il livello del debito va ridotto in modo "non troppo rapido, ma costante", dicono i togati contabili.

Il governo - si aggiunge - potrà certamente giocare la carta delle dismissioni, sottolinea la Corte, che però non vede effetti "importanti" nel breve-medio periodo e segnala che il puntare solo sulle privatizzazioni e le dismissioni potrebbe addirittura risultare "eccessivamente costoso".

Un faro viene puntato anche sugli introiti della lotta all'evasione, che i giudici criticano perché non determinabile a priori con certezza e non verificabile a consuntivo e quindi di discutibile quantificazione per esser messa a bilancio.
Condividi
```