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Anche per il riso arriva l'etichetta di origine. Filiera a rischio collasso

Al tavolo sulla crisi del settore risicolo il ministro Martina annuncia un provvedimento ad hoc per proteggere il riso italiano e i prezzi dalla concorrenza e contro la politica a dazi zero dell'UE

Economia
Anche per il riso arriva l'etichetta di origine. Filiera a rischio collasso
(Teleborsa) - Un'etichetta di origine anche per il riso con l'intento di difendere il Made in Italy, soprattutto quello storico della Pianura Padana, contro ogni forma di sfruttamento dettata dall'agguerrita concorrenza in UE. E' in arrivo un provvedimento ad hoc che prevede, fra l'altro, l'indicazione del Paese di coltivazione e quello di trasformazione.



E' questa la proposta lanciata dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, in accordo con il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, agli agricoltori aderenti alla Coldiretti, che erano in sit-in davanti al Ministero. Produttori di riso, mondine e ogni lavoratore del settore si sono dati appuntamento oggi a Roma in occasione del tavolo aperto fra il Ministero e le associazioni del comparto.

"Vogliamo introdurre l'obbligo di indicazione dell'origine del riso in etichetta. Lo chiediamo a livello europeo e, in accordo con il ministro Calenda, siamo pronti a sperimentare questo strumento in Italia", ha detto Martina alla riunione del tavolo di filiera del riso, dove erano presenti anche l'assessore all'agricoltura del Piemonte, Giorgio Ferrero, l'assessore all'agricoltura del Veneto, Giuseppe Pan, i rappresentanti dell'industria e l'Ente nazionale risi.

La proposta ha l'obiettivo di difendere il riso italiano di qualità, dato che l'industria del riso è stata messa in ginocchio dal tracollo dei prezzi e dall'impennata delle scorte di invenduto (+24% in UE +45% in Italia), causato dalla concorrenza dei Paesi produttori centro-africani e del Sud-Est Asiatico e dalla politica europea a "dazi zero". Il comparto del riso in Italia, con quasi 250 mila ettari coltivati, vanta un fatturato complessivo che si aggira sui 2 miliardi di euro per oltre 4.000 imprese coinvolte.

"Chiediamo alla Commissione UE di fermare le importazioni a dazio zero che hanno creato uno squilibrio di mercato evidente, peraltro senza generare effetti positivi per i piccoli produttori dei paesi asiatici dai quali importiamo", ha detto ancora Martina, preannunciando la richiesta della clausola di salvaguardia ed eventualmente l'estensione dell'assicurazione agevolata salva ricavi già sperimentata per il grano. Poi, ha promesso che verranno investiti 2 milioni di euro sulla promozione delle qualità del riso.

"Con lo storico ok all'indicazione di origine obbligatoria per il riso si pone finalmente fine al'’inganno del falso Made in Italy con un pacco su quattro venduto in Italia che contiene prodotto straniero all'insaputa dei consumatori", commenta l'associazione degli agricoltori Coldiretti. “Servono politiche di lungo respiro che garantiscano la tenuta del comparto e un suo ulteriore sviluppo”, sottolinea la CIA, l'altra associazione rappresentativa dell'agricoltura.

"Dopo anni di battaglie e denunce, finalmente qualcosa si sta muovendo sulla questione dell’indicazione di origine per i prodotti alimentari", rimarcano Federconsumatori e Adusbef, che da anni si battono per le etichettature degli alimenti.

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