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Tre commissari per Alitalia: Gubitosi, Laghi e Paleari

Lo ha deciso con un decreto il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che ha anche disposto l'ammissione di Alitalia all'amministrazione straordinaria. Prestito ponte concesso ad Alitalia 600 milioni per sei mesi

Economia, Trasporti
Tre commissari per Alitalia: Gubitosi, Laghi e Paleari
(Teleborsa) - Riflettori ancora puntati su Alitalia. Oggi, 2 maggio, dopo che i soci del vettore italiano, banche e partner industriali (Etihad), hanno votato il commissariamento della compagnia aerea, è arrivata l'ufficializzazione.



Il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha infatti disposto con decreto l'ammissione di Alitalia all'amministrazione straordinaria (cosiddetta legge Marzano).

Con lo stesso decreto è stato nominato un collegio commissariale di tre persone composto da Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari ed è stato disposto un prestito ponte ad Alitalia di 600 milioni per sei mesi.

Il Ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, dopo il Consiglio dei Ministri che si è riunito oggi per esaminare la situazione, ha spiegato che l'obiettivo del Governo è quello di garantire i diritti degli italiani a viaggiare e dei lavoratori della compagnia. "Siamo convinti - ha detto -che il mercato potrà trovare un investitore interessato ad investire".

Nessuna paura, almeno per il momento e comunque per i prossimi mesi, per i tanti che hanno acquistato i biglietti. I voli proseguiranno regolari con gli orari e le frequenze previste. Del resto il prestito ponte è stato concesso appunto per assicurare la regolarità dei voli e dei servizi Alitalia.

L'assemblea straordinaria, dopo il fallimento del referendum dei dipendenti sulla proposta di accordo raggiunta dall'azienda con i sindacati, aveva così votato a favore della richiesta di amministrazione controllata al Ministero dello Sviluppo Economico prendendo atto della "grave situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società". La richiesta di avvio della procedura, secondo quanto previsto dalla normativa in tema di crisi di grandi imprese, era difatti subordinata alla verifica dell'inconsistenza di livelli minimi di patrimonializzazione ed alla impossibilità di ripristinare i livelli di capitale. In assemblea sono intervenuti Etihad che detiene il 49% delle azioni, CAI il 51%, con al suo interno le quote delle due banche Intesa Sanpaolo e Unicredit, al tempo stesso soci e creditori, e le Poste.

A questo punto si apriranno i sei mesi necessari a verificare se vi sia un futuro per la compagnia, la quale conferma nel frattempo quanto già anticipato dal Governo, ovvero che "i voli e le operazioni non subiranno alcuna modifica e continueranno secondo la programmazione prevista".

Quali scenari futuri per Alitalia? Dato che il Governo ha più volte escluso la nazionalizzazione, ribadita anche oggi, le ipotesi sono almeno tre: il rilancio della compagnia mediante nuovo accordo con i sindacati, che dopo il NO al referendum hanno fatto un "mea culpa" sulla decisione di lasciare in mano ai lavoratori il destino dell'accordo faticosamente raggiunto con l'azienda. Ma in questo caso resta difficile da comprendere da dove potrebbero saltare fuori gli ingenti capitali necessari; la ricerca di un cavaliere bianco, cioè di un compratore disposto (anche in cordata) ad accollarsi la gestione della compagnia in crisi e risanarla con eventuali sinergie ed economie di scala. Anche questa ipotesi che appare decisamente "difficile", visto che i papabili (Lufthansa in primis) si sono già defilati. Del resto è veramente molto improbabile che "qualcuno" sia disposto all'acquisto di un'azienda così dissestata e oltretutto con circa 12 mila dipendenti.

Se i tre neo commissari non dovessero riuscire in un'impresa di riorganizzazione e risanamento, giudicata da tutti, almeno al momento, "operazione impossibile", si aprirebbe così la terza ipotesi, ovvero la via del cosiddetto spezzatino, cioè la suddivisione del Gruppo in più parti che singolarmente avrebbero un valore e potrebbero far gola ad altri player del mercato.

Tutto dipenderà poi da cosa deciderà il Governo e da Matteo Renzi, di nuovo da ieri Segretario del PD. Anche se l'ex Premier ha già detto la sua citando il modello Meridiana, il cui 49% dopo lunghe e difficoltose trattative sta per essere acquisito dalla Qatar Airways di Doha. Anche se in sostanza il "modello" invocato da Renzi altro non sarebbe che una replica, con protagonisti diversi, della vicenda Alitalia-Etihad di tre anni orsono. Comunque vada, ormai il prezzo da pagare sarà salatissimo per i 12.500 lavoratori della compagnia in crisi, che dovranno in ogni caso sottostare a pesanti tagli o alle senz'altro peggiori ripercussioni di una liquidazione.

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