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DEF, l'UPB mette in luce rischi e limiti: nel 2018 serviranno misure per 1 punto di PIL

Economia
DEF, l'UPB mette in luce rischi e limiti: nel 2018 serviranno misure per 1 punto di PIL
(Teleborsa) - L'Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) esprime un giudizio cauto riguardo alle misure ed agli scenari contenuti nel nuovo DEF.

Il Rapporto sulla programmazione di bilancio 2017 segnala infatti che le previsioni macroeconomiche non si discostano molto da quelle preventivate dal panel UPB, ma emergono anche dei fattori di rischio (commercio mondiale, misure protezionistiche, andamento cambi, petrolio). Inoltre, la manovra pone seri dubbi riguardo le misure da adottare, il percorso di correzione del debito e le privatizzazioni.

L'UBP segnala infatti che il mantenimento dei target per i prossimi anni e la disattivazione completa delle clausole di salvaguardia (aumenti accise e IVA) "determinerebbero la necessità di predisporre, nei prossimi mesi, misure almeno pari a circa 1 punto percentuale di PIL nel 2018 e a circa 1,5 punti percentuali nel biennio successivo".

Tuttavia, "il DEF presenta un quadro ancora indefinito sulle misure di correzione da adottare per il raggiungimento di tutti questi obiettivi". Secondo gli esperti "si parla genericamente di interventi riguardanti sia la spesa che le entrate, comprensive, queste ultime, di ulteriori azioni di contrasto al'’evasione".

Per quanto riguarda il debito pubblico, il 2016 si è chiuso con un ulteriore – seppur lieve – incremento in rapporto al PIL (al 132,6%). "Lo scenario programmatico, pur includendo possibili interventi a sostegno del sistema bancario, prefigura una minima riduzione del rapporto già nel 2017 (-0,1 punti percentuali) e una successiva più decisa discesa per raggiungere il 125,7 per cento nel 2020", dice l'Ufficio parlamentare di bilancio, ammettendo però che "vi sono elementi di incertezza, primo tra tutti l'avvio di un percorso di normalizzazione della politica monetaria già nel 2018".

"Ulteriori dubbi riguardano gli introiti derivanti dal piano di privatizzazioni", segnala l'UPB, che parla di "elementi non sufficienti" ab valutarne la "credibilità" anche con riguardo elle previsioni di crescita nominale del PIL troppo alte nell'arco del periodo.

Infine, riguardo al mantenimento nel DEF dell'obiettivo di pareggio di bilancio in termini strutturali entro il 2019, si sottolinea che "il documento governativo lascia peraltro aperta la possibilità di un orientamento di bilancio meno restrittivo nel 2018-19 se le istituzioni della UE decidessero per un’interpretazione più flessibile del Patto di stabilità e crescita". Nel triennio 2018-2020 lo scenario programmatico del saldo strutturale appare pienamente in linea con le regole europee, ma il profilo del rapporto debito/PIL, seppure previsto in discesa, non appare sufficiente per assicurare il rispetto della relativa regola numerica entro l’orizzonte di programmazione.

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