(Teleborsa) - I dati
Istat relativi al
commercio estero nel primo trimestre del 2017 evidenziano incrementi che arrivano al 29,1% per gli alimentari italiani in Spagna e al 22,5% in Cina.
E' la fotografia della
Coldiretti al dato, secondo cui quasi i due terzi delle esportazioni, quest'anno, interessano i Paesi dell’Unione Europea con il mercato comunitario che aumenta del 5,9%, ma il Made in Italy a tavola continua a crescere su tutti i principali mercati, dal Nordamerica all’Asia fino all’Oceania.
Un
balzo del 45% si registra in Russia dove tuttavia i valori restano contenuti a causa dell’
embargo che ha colpito gran parte dei prodotti alimentari ad eccezione del vino e della pasta, ma gli
Stati Uniti con una crescita del 6,8% sono di gran lunga il
principale mercato fuori dai confini dall’Unione, ed il terzo in termini generali dopo Germania e Francia e prima della Gran Bretagna.
Sul successo del Made in Italy agroalimentare all’estero - continua la Coldiretti - pesano dunque in misura rilevante i cambiamenti in atto nella politica internazionale che potrebbero tradursi in misure neoprotezionistiche.
Il settore agroalimentare troppo spesso è considerato "merce di scambio" nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale, ha affermato il
Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. "L'andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare da una più efficace tutela nei confronti della agropirateria internazionale - continua Mancalvo - che fattura oltre 60 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.