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Porti e aeroporti, nuove norme UE per facilitare gli aiuti di Stato

L'obiettivo è facilitare investimenti pubblici in grado di creare posti di lavoro e stimolare la crescita, pur mantenendo la concorrenza

Economia, Trasporti
Porti e aeroporti, nuove norme UE per facilitare gli aiuti di Stato
(Teleborsa) - La Commissione europea ha approvato nuove norme sugli aiuti di Stato che esonerano alcune misure di sostegno pubblico a favore di porti e aeroporti, della cultura e delle regioni ultraperiferiche dall'esame preliminare della Commissione.

L'obiettivo è facilitare investimenti pubblici in grado di creare posti di lavoro e stimolare la crescita, pur mantenendo la concorrenza.

"Vogliamo fare in modo che le società possano competere a condizioni paritarie nel mercato interno, e vogliamo farlo nel modo più efficace possibile", ha commentato Margrethe Vestager, Commissario responsabile per la Concorrenza. "Le norme dell'UE sugli aiuti di Stato sono le stesse per tutti gli Stati membri. I cambiamenti introdotti risparmieranno agli Stati tempo e fatica negli investimenti per porti e aeroporti, tutelando al contempo la concorrenza".

Per quanto riguarda gli aeroporti, gli Stati membri possono adesso effettuare investimenti pubblici negli aeroporti regionali che gestiscono fino a 3 milioni di passeggeri all'anno in piena certezza giuridica e senza previo controllo della Commissione. Questo faciliterà gli investimenti pubblici in più di 420 aeroporti di tutta l'Unione (che gestiscono circa il 13% del traffico aereo).

Il regolamento autorizza inoltre le autorità pubbliche a coprire le spese di funzionamento di piccoli aeroporti che gestiscono fino a 200 000 passeggeri all'anno. Questi piccoli aeroporti, che sono quasi la metà di tutti gli aeroporti dell'UE, ma gestiscono solo lo 0,75% del traffico aereo, possono offrire un importante contributo alla connettività di una regione, ma difficilmente possono falsare la concorrenza nel mercato unico dell'UE.

Per quanto riguarda i porti, gli Stati membri possono ora effettuare investimenti pubblici fino a 150 milioni di euro nei porti marittimi e fino a 50 milioni di euro nei porti interni in piena certezza giuridica e senza previo controllo della Commissione. Il regolamento autorizza le autorità pubbliche a coprire le spese di dragaggio dei porti e delle relative vie di accesso.
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