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Banche, Vegas: "Preoccupano pressioni UE su NPL"

Lo ha sottolineato il Presidente della Consob durante un'audizione alla Commissione Finanze del Senato

Economia, Finanza
Banche, Vegas: "Preoccupano pressioni UE su NPL"
(Teleborsa) - "Desta qualche preoccupazione la richiesta pressante che arriva anche dall'UE di smaltire gli NPL in percentuali molto significative in tempi rapidi". E' quanto affermato dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas, in audizione in Commissione Finanze del Senato nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'istruttoria delle proposte legislative dell'UE in materia creditizia."E' difficile trovare un meccanismo che consenta di coniugare rapidità con il valore" dei crediti deteriorati, ha aggiunto Vegas che ha ricordato che secondo la Bankitalia la vendita degli NPL in tempi rapidi equivarrebbe a una valorizzazione intorno al 20% e si tratterebbe dunque di una "vendita sostanziale", mentre con una vendita con più calma si stima che se ne ricaverebbe un livello intorno al 45%, "più del doppio". Sono i numeri a parlare.




Sulle ristrutturazioni bancarie "ormai l'Italia ha perso il treno" ha spiegato Vegas. "Fino al 2013, tutti i principali paesi UE hanno risanato e ristrutturato profondamente i propri sistemi bancari con un massiccio ricorso a risorse pubbliche, mentre l’Italia non ha affrontato il problema (se non facendo ricorso alle garanzie pubbliche sulle obbligazioni), anche se il nodo delle sofferenze stava esplodendo".

Vegas ha citato l'esempio di Spagna e l'Irlanda che hanno realizzare interventi che hanno portato a una profonda ristrutturazione di sistemi bancari che nel 2013 presentavano criticità anche più rilevanti rispetto all'Italia. "La tempestività - ha concluso Vegas - è un elemento centrale per la risoluzione delle crisi bancarie. L'Italia oggi paga a caro prezzo i ritardi nella gestione del problema". Secondo il numero uno di Consob è necessario "rivedere la norma sulle ricapitalizzazioni precauzionali".

Parlando delle norme relative al bail-in, Vegas ha ipotizzato "soluzioni normative che impediscano il coinvolgimento nel bail-in degli strumenti finanziari emessi prima del primo gennaio 2016".


Per quanto riguarda l'intervento diretto di altre banche nel salvataggio degli istituti in crisi, il presidente di Consob pensa che questo "potrebbe essere non sostenibile nel lungo periodo".
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