(Teleborsa) - Stanno
migliorando nettamente le dinamiche del rischio di credito bancario in Italia con un
rapporto tra crediti deteriorati e impieghi che lo scorso anno è s
ceso per la prima volta dall'inizio della crisi, e che
entro il 2020 dovrebbe calare di ben otto punti al 9,3%.
Lo afferma l'Associazione bancaria italiana (ABI) in un'analisi dalla quale emerge che nel 2016, per la prima volta dall'inizio della crisi, l'NPL ratio (il rapporto tra crediti deteriorati e impieghi) risulta in calo per circa 1 punto percentuale.
La riduzione dell'NPL ratio è stata determinata quasi interamente dal
calo dello stock dei crediti deteriorati (NPL), a sua volta indotto prevalentemente dalla
contrazione dei flussi di nuovo rischio, cioè dalla riduzione della percentuale di crediti
in bonis che nel corso dell'anno si trasforma in
non performing, spiega l'ABI.
In ottica prospettica, l'Ufficio Analisi economiche dell'Associazione prevede che, con un riallineamento sui valori pre-crisi dei flussi in entrata dei crediti deteriorati (nuovi NPL) e di quelli in uscita dai bilanci, l'NPL ratio dovrebbe continuare a calare raggiungendo valori di gran lunga inferiori a quelli del 2016. In particolare, questo rapporto scenderebbe al 9,3% nel 2020, circa 8 punti percentuali in meno rispetto ai livelli del 2016.
Questo risultato si realizzerebbe anche in presenza di tassi di crescita dell'economia moderatamente positivi, come quelli sperimentati nell'ultimo biennio,
e senza accelerazioni straordinarie nella dismissione degli NPL, che comunque si stanno materializzando e potrebbero contribuire ad accelerare il processo di miglioramento della qualità del credito oltre quanto previsto dalle simulazioni contenute nello studio.
Ulteriori riforme volte a rendere più rapida la giustizia civile e
accorciare i tempi delle procedure fallimentari e concorsuali avrebbero anch'essi
effetti positivi assai importanti, precisa l'Associazione.