(Teleborsa) - Resta costante il trend di crescita della
componente straniera nell'imprenditoria italiana.
Dall'ultima analisi di Unioncamere-InfoCamere è emerso che alla f
ine di marzo di quest’anno le
imprese guidate da persone nate all’estero hanno toccato quota
575 mila, pari al 9,5% dell’intero stock di imprese iscritte ai registri delle Camere di commercio italiane.
Pur se in lieve rallentamento rispetto al recente passato, nel primo trimestre dell’anno il
bilancio tra aperture e chiusure di imprese guidate da stranieri ha fatto segnare un
saldo positivo per 3.674 unità, a fronte del forte
risultato negativo della componente italiana (-19.579 unità nello stesso periodo).
Guardando agli ultimi sette anni, il fenomeno dell’imprenditoria straniera si conferma dunque uno dei motori (insieme alla componente giovanile e femminile) che mantengono in equilibrio il sistema imprenditoriale nazionale, impedendo una più forte contrazione della sua base.
Il
settore in cui le imprese di stranieri sono maggiormente presenti è quello del
commercio (circa 207 mila imprese, il 36% di tutte le aziende a guida straniera), seguito dalle
costruzioni e da
alloggio e
ristorazione e
manifattura.
Geograficamente, la regione più attrattiva per l’insediamento di imprenditori stranieri è la
Lombardia con 111 mila realtà, seguita a lunga distanza dal
Lazio (75 mila) e dalla
Toscana (53 mila).
Tra i
paesi di provenienza degli imprenditori immigrati (con riferimento alle sole imprese individuali, le uniche per cui è possibile associare la nazionalità al titolare), quello più rappresentato è il
Marocco, con 68.459 imprese individuali esistenti alla fine del marzo scorso.
Sugli altri gradini del podio
Cina e
Romania.