(Teleborsa) -
Il petrolio consolida sui massimi raggiunti questa settimana, sospinto da forze contrastanti: da un lato i segnali di un nuovo
aumento produttivo, dall'altro il crescere delle
tensioni geopolitiche.
Il petrolio ha subito ieri pomeriggio pressioni al ribasso, dopo la
stima sulla produzione OPEC, che segnala un nuovo
aumento, in contrasto con il piano di riduzione predisposto qualche mese fa dal cartello. Secondo le stime, il cartello avrebbe
esportato a giugno 25,92 milioni di barili di petrolio al giorno, con un aumento di 450 mila rispetto a maggio e di 1,9 milioni rispetto all'anno prima
Per contro, i prezzi sono stati sostenuti dal crescere delle tensioni geopolitiche, dopo il
lancio di un nuovo missile intercontinentale da parte della Corea del Nord ed in risposta alla diatriba fra Qatar ed Arabia Saudita.
Stamattina, il
Brent viaggia a 49,73 dollari al barile, in rialzo dello 0,26%, mentre il future sul
Light crude mostra un incremento dello 0,13% a 47,13 dollari/barile. Entrambi i tipi di greggio hanno già recuperato circa il 12% rispetto ai minimi toccati due settimane fa.
I dati settimanali delle scorte di greggio si attendono per domani, slittamento tradizionalmente imposto dalle festività in USA (ieri era il 4 luglio).