(Teleborsa) - Gli immobili messi all'asta hanno registrato un
forte calo negli ultimi sei mesi: le procedure in corso a luglio sono, infatti, poco meno di 23 mila a fronte delle oltre 33 mila rilevate lo scorso gennaio. Il calo è del
31%, un'inversione di tendenza di dimensioni inattese che interrompe la crescita registrata nelle due precedenti rilevazioni:
+5% nel luglio 2016 (+10% a inizio 2017).
E' la fotografia scattata dal
Rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro Studi Sogeea, presentato in Senato, che rivela come ancora una volta
a pagare il tributo più rilevante alla crisi decennale attraversata dal Paese sia la
fascia di reddito medio-bassa: il 66% delle case in vendita ha un prezzo inferiore ai 100.000 euro, quota che sale addirittura fino all'88% se si prendono in esame anche gli immobili appartenenti alla fascia tra 100.000 e 200.000 euro.
A trascinare il crollo del dato sulle abitazioni finite in vendita forzata è stato il
Nord del Paese (passato da 15.749 a 8.817 procedure -44%). Consistente anche la riduzione che si è verificata nel
Mezzogiorno (4.766 gli immobili attualmente interessati -34%), mentre più contenuta è stata la flessione delle regioni centrali (-17%).