(Teleborsa) -
I prezzi delle case sono destinati a rimanere fermi ancora a lungo, come risultato di forze di segno opposto presenti sul mercato. Questa è la sentenza di
Nomisma sul mercato immobiliare italiano, che a fronte dei
segnali incoraggianti colti dall'
Istat non sembra credere in una ripresa imminente del mattone.
Se da un lato proprio
la debolezza dei prezzi può spiegare l'incremento delle compravendite nel 2016 (+18,8% su anno), gli automatismi di mercato sembrano impotenti di fronte alla diffusa
debolezza reddituale: quasi il 40% delle famiglie che intende chiedere un mutuo vanta un reddito familiare netto inferiore a 1.800 euro al mese. Ma anche la
situazione patrimoniale preoccupa il Centro Studi, con l'effetto della dismissione degli
NPL sulla percezione di ricchezza dei proprietari.
Nel dettaglio, il mercato immobiliare italiano nel 2016 ha visto il perfezionamento di poco più di
2,3 milioni di contratti di acquisto e locazione sottoscritti da
famiglie e
imprese. Se le prime sono quelle che più hanno contribuito ad alimentare il mercato (1,9 milioni contratti, con un’incidenza dell’82% sul totale), le seconde sono quelle che hanno fatto maggiormente fatica a rilanciarsi in termini di acquisti di stabili (solo 51 mila le compravendite, dieci volte di meno rispetto a quelle di abitazioni).
Per i primi mesi del 2017, l'inchiesta riscontra
un rallentamento della ripresa delle compravendite sia di abitazioni (+8,6%) che di immobili d’impresa (+13,4%), mentre per l'intero 2017 prevede che gli
acquisti di residenze aumenteranno in misura minore (
+6,2%) rispetto al 2016 (+18,4%).