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Pensioni, allarme Boeri: il blocco a 67 anni costa 141 miliardi

Presidente Inps in intervista a Sole24Ore: "Lo stop senza toccare coefficienti mette in squilibrio il sistema". Ma Damiano e Sacconi contestano

Economia, Welfare
Pensioni, allarme Boeri: il blocco a 67 anni costa 141 miliardi
(Teleborsa) - Lo stop a 67 anni dal 2021 dell'età pensionabile comporterebbe "141 miliardi di spesa in più da qui al 2035, quasi interamente destinati a tradursi in aumento del debito pensionistico implicito dato che l'uscita prima del previsto non verrebbe compensata, se non in minima parte, da riduzioni dell'importo delle pensioni". Lo dice il Presidente dell'Inps, Tito Boeri, in un'intervista al Sole24Ore.



"Da vedere poi come i mercati accoglierebbero lo smantellamento della riforma del 1996, che abbiamo venduto in tutto il mondo come sostenibile perché basata su adeguamenti automatici alla longevità - prosegue il Presidente Inps - e il blocco sull'età senza toccare i coefficienti di trasformazione mette in squilibrio il sistema. Visto che il flusso attuale vede in uscita pensioni miste, con una quota prevalente di calcolo ancora retributivo, i coefficienti di trasformazione hanno un ruolo marginale nel determinare il livello delle pensioni".

In prospettiva - conclude Boeri - avremo invece un problema di pensioni troppo basse, soprattutto per le donne. Con lo stop sulla speranza di vita, tra l'altro, si bloccherebbe non solo il requisito di vecchiaia, ma anche quello che fa salire gli anni contributivi per l'anticipo. Penso che se accadesse si potrebbero avere circa 200 mila pensioni in più all'anno".

Ma il "pensiero" di Tito Boeri non è stato affatto condiviso da Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, Presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato. "L'intervista del presidente dell'Inps, Tito Boeri, è mossa da un presupposto inesistente - hanno dichiarato infatti Damiano e Sacconi - che la rende totalmente inutile. Non abbiamo proposto la cancellazione del collegamento tra età di pensione e aspettativa di vita, ma solo la sua rimodulazione temporale per alleggerire l'allungamento dell'età lavorativa".
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