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Calenda: "Io come Macron? All'Italia non servono altri partiti"

Il settimanale "Tempi" intervista il Ministro dello Sviluppo economico

Economia
Calenda: "Io come Macron? All'Italia non servono altri partiti"
(Teleborsa) - "Non fonderò mai un partito personale sul modello di Macron con En Marche. Non è il mio mestiere e all’Italia non servono altri partiti. Come ripeto spesso, faccio il ministro da poco più di un anno, e ho ancora da dimostrare di saperlo fare bene”. Così il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda dichiara ad Alessandro Giuli direttore del settimanale "Tempi" in edicola domani, giovedì 27 luglio.

“Per costruire sviluppo e benessere - continua il titolare del dicastero - l’Italia deve rimettere al centro un solido programma di politica industriale fondato su innovazione e internazionalizzazione. Che ci piaccia o no, il nazionalismo economico torna prepotentemente alla ribalta insieme al protezionismo. Mercati aperti e condizioni di reciprocità sono fondamentali per noi e dobbiamo sostenere le ragioni di relazioni economiche internazionali governate da questi principi, ma dobbiamo essere anche in grado di difenderci adeguatamente”.

Dalle colonne del settimanale "Tempi", Calenda spiega che sulla crescita "qualsiasi spazio di manovra che venga da una revisione dei vincoli di bilancio, non può essere sprecato in tagli fiscali a pioggia, ma deve essere concentrato in modo mirato su investimenti, abbattimento del cuneo fiscale anche per favorire nuove assunzioni e sul rafforzamento di un ammortizzatore universale contro la povertà".

Sul Piano industria 4.0, il Ministro sottolinea che vale quasi 20 miliardi di euro in tre anni ed è fondato su incentivi fiscali automatici, che escludono “intermediazione politica e premiano chi investe” indipendentemente dal settore o dalla tecnologia. “È un’impostazione che sottende una profonda fiducia nella capacità delle imprese di fare il proprio lavoro senza inutili interferenze dell’amministrazione pubblica”.

Trasloco Agenzia europea per i medicinali (European Medicines Agency, o EMA), Milano in lizza. E, sulla partita che il governo sta giocando per ospitare la sede dell’Agenzia del farmaco a Milano, Calenda risponde: "Per l’Italia ospitare l’EMA rappresenterebbe il completamento di una strategia di sviluppo nel settore che più di tutti gli altri attrarrà investimenti nei prossimi anni. La presenza di un grande hub di intelligenze, come ha detto il presidente Gentiloni, farebbe di Milano un polo della ricerca nel life science”.
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