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Scuola, dirigenti scrivono al Parlamento: mancano certificazioni su sicurezza

Lezioni a rischio ma province e comuni non collaborano

Economia, Scuola, Welfare
Scuola, dirigenti scrivono al Parlamento: mancano certificazioni su sicurezza
(Teleborsa) - Dopo l’appello trasversale dei presidi ai sindacati, perché non firmino il contratto capestro che gli sta prospettando l’amministrazione, è di queste ore l’invio di una lettera aperta, sottoscritta da centinaia di capi d’istituto e indirizzata alle massime autorità parlamentari e del MIUR per richiamare l’attenzione di tutti sulle criticità presenti in materia di sicurezza negli edifici scolastici del Paese: non è soltanto una questione di responsabilità da dirimere in punta di giurisprudenza, ma ne va – soprattutto in alcune regioni ad alto rischio - della vita stessa di tutti coloro che nelle scuole operano e apprendono. Nei casi estremi c'è anche il pericolo che a settembre le lezioni non possano riprendere: se tra poco più di un mese i Prefetti o i Vigili del Fuoco dovessero decidere per la non riapertura di molti plessi scolastici non ancora a norma i Dirigenti Scolastici si adopereranno per trovare tutte le soluzioni alternative possibili per garantire il diritto allo studio. E' quanto denuncia UDIR, il nuovo sindacato dei dirigenti scolastici che aderisce a Confedir.

Il sindacato sin dalla sua nascita ha chiesto di modificare il Testo Unico nella parte in cui si parla di sicurezza, condivide la protesta dei dirigenti scolastici. A questo proposito, ricorda che anche sulla sicurezza nelle scuole ha organizzato un convegno a Palermo già programmato per il 16 e il 17 settembre 2017. Il convegno si intitolerà 'Il cammino della Dirigenza tra: sicurezza, rendicontazione, contrattazione e legislazione'

"Quando ci sono di mezzo le vite delle persone, ogni giorno perso può essere fatale. Gli edifici scolastici non possono continuare a essere tutelati e gestiti in modo così promiscuo", sottolinea Marcello Pacifico, segretario organizzativo della Confedir, cui aderisce UDIR . "Il risultato di questa confusione normativa che non sono più rari i casi dei dirigenti scolastici che si ritrovano a pagare sulla loro pelle delle responsabilità di altri. Anche perché non sono i datori di lavoro dell'azienda, tra l’altro in cambio di una manciata di centinaia di euro in più al mese. Quindi, le loro responsabilità vanno oltre ogni logica, mentre lo stipendio rimane poco più di quello di un impiegato medio. Noi non ci stiamo e per questo, come UDIR, abbiamo avviato una serie di ricorsi: se la situazione non dovesse sbloccarsi, presto passeremo ai fatti anche sul fronte della sicurezza", chiosa Pacifico.





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