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Allarme Coldiretti per gli effetti del caldo: minore produzione e più bassa qualità dei prodotti

Effetti che si estendono in tempo reale dalle campagne alle tavole. Dieta mediterranea a rischio

Ambiente, Economia
Allarme Coldiretti per gli effetti del caldo: minore produzione e più bassa qualità dei prodotti
(Teleborsa) - E', almeno in Italia, il week end più caldo dell'estate 2017. E non è scontato che il record non possa essere battuto. Sos e allarme rosso nelle città e nelle campagne per le giornate più bollenti di una pazza estate segnata da improvvisi nubifragi e bombe d’acqua a macchia di leopardo in un clima torrido, con un mese di luglio che si è classificato nella top ten dei più caldi mai registrati in Italia dal 1800. Con per di più il 42% in meno delle precipitazioni sulla media.



E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti sulla base delle rilevazioni Isac Cnr che indicano una temperatura in Italia nel mese di luglio 2017 superiore di ben 1,2 gradi alla media di riferimento. Una evidente anomalia estiva che, come sottolinea Coldiretti, aggravata dal mese di giugno che è stato il secondo piu’ caldo da 217 anni con ben il 53% di pioggia in meno.

Il risultato è una diffusa situazione di molto grave siccità per fiumi e laghi. Se per il lago Maggiore e per quello di Como il riempimento è al 40%, per quello di Iseo si scende al mentre al 34% mentre il Garda è al 27%. E la situazione non è migliore per il fiume Po, secondo l’ultimo monitoraggio Coldiretti di queste ore.

Nelle campagne salgono a oltre 2 miliardi le perdite provocate da siccita e nubifragi, sia per le coltivazioni che per gli allevamenti. Le colture più colpite sono i cereali, il pomodoro da industria, il lattiero caseario, l’olio di oliva, gli ortaggi e i legumi. L’allarme riguarda anche il foraggio per l’alimentazione del bestiame con prati e pascoli secchi, mentre il caldo ha tagliato la produzione di latte fino al 20%. La crisi idrica riguarda l’intera Penisola, dove circa i 2/3 dei campi coltivati e per gli agricoltori è sempre più difficile ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni.

Ma gli effetti del caldo e della siccità si estendono alle tavole degli italiani, con effetti negativi sulla dieta mediterranea. La frutta è dolcissima per il clima caldo che ha garantito un elevato grado zuccherino e di sostanze antiossidanti ma anche la maturazione anticipata che, insieme alle importazioni dall’estero spacciate per nazionali, hanno provocato una drammatica crisi per i frutticoltori con quotazioni al di sotto dei costi di produzione. Così già dalle prossime settimane potrebbero addirittura mancare, in particolare, i meloni e le angurie.

Il raccolto di pomodoro per passate, polpe, concentrati e sughi da conserve – denuncia Coldiretti - è stimato in calo del 12% rispetto allo scorso anno, mentre per il grano duro da pasta si prevede una contrazione media attorno al 10% e la campagna di raccolta delle olive 2017/18 si prospetta una delle peggiori degli ultimi decenni. Anche se in leggero aumento rispetto allo scorso anno, però pessima in termini quantitativi: 182 mila tonnellate, in calo del 62% rispetto all’annata precedente. Anche la vendemmia appena iniziata con largo anticipo, la più precoce del decennio, sarà contenuta in un -15%, ma a discapito della qualità del vino che varierà dal buono all’ottimo, dove non si sono verificate gelate, grandine o bombe d’acqua che hanno segnato questa l' pazza estate.

Per la corretta scelta del Made in Italy, attenzione dunque all’etichettatura di origine che, come d'obbligo, indica l’origine sulle bottiglie dell'olio extravergine d'oliva. Privilegiare – avverte Coldiretti - quelle che indicano 100% italiano, quelle a denominazione di origine o gli acquisti diretti dal produttore o nei mercati di campagna amica. Il rischio di prodotto straniero spacciato per italiano è presente anche per il pomodoro da conserva con le importazioni di concentrato dalla Cina che sono aumentate del 43% nel 2016, favorite anche – denuncia la Coldiretti - dalla mancanza dell’obbligo di indicare la provenienza nelle confezioni.

Attualmente l’etichettatura di origine è obbligatoria solo per la passata di pomodoro, ma Coldiretti chiede che venga estesa a tutti i derivati, dal concentrato ai sughi fino al ketchup. Una esigenza che vale anche per il grano utilizzato per la pasta con la necessità di rendere immediatamente operativo il decreto interministeriale firmato dal Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, e dal collega per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, che obbliga di indicare in etichetta la provenienza appunto del grano impiegato nella pasta.
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