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L'uragano Harvey devasta il Texas, prezzi benzina alle stelle

L'uragano abbattutosi sul Texas fa strage: 5 morti e danni incalcolabili. Chiuso aeroporto Houston e autostrade. Evacuati ospedali. Trump preannuncia visita

Clima, Economia, Energia, Trasporti
L'uragano Harvey devasta il Texas, prezzi benzina alle stelle
(Teleborsa) - L'uragano Harvey è distruzione lenta e inesorabile, il più potente dal 2005, anche se il Presidente americano Donald Trump lo definisce un "alluvione che capita ogni 500 anni" e preannuncia una visita alle zone colpite del Texas.

Sono almeno 5 i morti delle inondazioni che durante il weekend hanno investito lo Stato e la città di Houston, una delle più popolose degli Stati Uniti, sommersa da circa 1 metro e 30 centimetri di acqua. Decine i feriti, E il bilancio dei danni è anche destinato ad aggravarsi perché Harvey continuerà a scaricare piogge torrenziali nella Guilf Coast almewno sino a mercoledì.

Le autorità di soccorso texane sono in piena attività, per tentare di soccorrere le persone in pericolo. Sono state chiuse almeno 250 autostrade ed evacuati gli ospedali. Cancellati tutti i voli in partenza da Houston.

In realtà, al di là di quello che si preannunciava venerdì sera (l'uragano era stato classificato di categoria 4 su una scala di 5 livelli) Harvey ha perso potenza venendo degradato a tempesta tropicale dal National Wheater Service statunitense, ma la sua ferocia non è tanto nella potenza (venti sotto i 110 chilometri orari), quanto nella sua lentezza (procede ad una velocità di 2 chilometri l'ora). La tempesta tropicale più violenta dlela storia ha letteralmente sommerso il Texas e non se ne andrà almeno sino a mercoledì prossimo.

Danni anche alle infrastrutture energetiche della Gulf Coast: si stima che almeno il 15% della capacità di raffinazione sia andata perduta.

Gli effetti si fanno sentire soprattutto sui prezzi della benzina: il future sul Gasoline evidenzia un rialzo del 4,5% a 1,73 dollari al gallone. Al contrario, il prezzo del petrolio resta sotto controllo dopo le spinte cauitelative di venerdì scorso: il Light crude scambia a 47,64 dollari al barile, con un calo dello 0,5%, mentre il Brent viaggia sulla parità a 52,42 dollari (+0,02%).
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