(Teleborsa) - Mercato dei cambi di nuovo in fibrillazione, con
l'euro che ha sfondato il tetto degli 1,20 dollari per la prima volta dall'inizio del 2015.
L'ultima spinta è arrivata dalle
tensioni geopolitiche con la Corea del Nord, dopo
l'ultimo lancio missilistico di stamattina, che hanno fatto svalutare il dollaro a favore dei cosiddetti
beni rifugio (yen e oro).
Della debolezza del biglietto verde ne ha tratto vantaggio anche
l'euro, che però mostra un
trend al rialzo da un certo tempo,
sull'attesa di mosse restrittive da parte della BCE.
Nel corso del simposio di
Jackson Hole tenutosi la scorsa settimana, nessun banchiere ha fatto cenno alla politica moneta, né
Janet Yellen (Fed) su un possibile rialzo dei tassi USA, né
Mario Draghi (BCE) su un eventuale ritiro del Piano QE.
Tuttavia, da qualche tempo gli operatori di mercato stanno
scommettendo sull'avvio del "tapering" (ritiro graduale del QE) anche in Europa, con probabilità più ampie che ciò avvenga in autunno. Ad alimentare questa attesa anche la
pubblicazione dei verbali dell'ultimo incontro del Board della BCE.
In questo momento il
cambio euro/dollaro passa di mano a 1,2047 (+0,58%).