(Teleborsa) -
Harvey colpisce ancora, nonostante il suo declassamento a tempesta tropicale. Dopo che la seconda più grande raffineria degli Stati Uniti - quella dell'americana
Exxon Mobil a
Baytown, vicina a Houston - è stata chiusa, la prima in assoluto,
Motiva, ha deciso di
ridurre al 60% la sua capacità produttiva.
Lo stabilimento di Port Arthur, a metà strada tra Houston e Baton Rouge (Louisiana), è controllato dal gigante petrolifero saudita
Saudi Aramco e può produrre al giorno circa 600 mila barili di greggio e 240 mila di petrolio. La società ha spiegato che le sue
attività restano stabili ma ci sono problemi significativi nell'ottenere il petrolio e il carburante necessario, a causa dei
problemi che l'ex uragano ha provocato al
sistema di trasporti e a quello degli
oleodotti.
Gli
analisti non escludono che sia costretta a
chiudere completamente i battenti, insieme ad altre raffinerie presenti nella stessa località e nella vicina area intorno a Beaumont (
almeno 11 secondo le stime). Questo perchè
Harvey si prepara a colpire di nuovo il suolo americano, abbattendosi più a Est del Lone Star State, vicino al confine tra Texas e Louisiana.
Intanto
il conto dei danni si fa ingente: i barili raffinati persi finora ammonterebbero tra i
2 e i 3 milioni al giorno, con almeno il
40% della capacità petrolchimica americana fuori uso. I
futures sul petrolio rimangono quindi
incerti, con il
WTI che staziona sui 46,36 dollari al barile (-0,17%) ed il
Brent a quota 51,6 dollari (-0,12%).