(Teleborsa) -
Alta tensione tra
Governo e Sindacati sul
rinnovo dei contratti pubblici. Manca il bersaglio (per ora) la
convocazione della Ministra della Pubblica Amministrazione,
Fabiana Dadone, per giovedì
10 dicembre.
"La
mobilitazione dei lavoratori pubblici in programma mercoledì 9 dicembre
"allo stato attuale" è confermata, "anche perchè dalle dichiarazioni fatte mi pare che le risorse rimangano quelle già stanziate". Lo ha detto il leader della Cgil,
Maurizio Landini, a Rainews 24 aggiungendo che "il Governo, se avesse voluto, avrebbe potuto convocarci prima, oggi. Di solito convochi prima. Non so cosa succederà nelle prossime ore. Mi limito ad osservare che la convocazione viene dal Ministro, che sicuramente è un fatto importante, ma non della Presidenza del Consiglio con cui avevamo discusso 15-20 giorni fa".
A vuoto, dunque, il tentativo di
smorzare i toni. Nelle scorse ore, intervistata da il
Messaggero, la Dadone aveva teso una mano invitando a "riflettere su aspetti concret
i fuori da ideologismi e prese di posizione", facendo alcune proposte.
"Ritengo -ha detto Dadone - che si debba fare di più per le
fasce più basse e pertanto sarebbe importante stabilizzare quella misura del tutto temporale e provvisoria che venne introdotta nella tornata 2016-2018 al fine di meglio equiparare l'incremento contrattuale tra chi gode di salari più alti e chi no. L'elemento perequativo, infatti, è stato prorogato nel 2018 in attesa che si definisse il nuovo contratto 2019-2021, sarebbe quindi destinato a essere superato ma in considerazione della sua valenza perequatrice credo rappresenti una misura da rendere strutturale".
"Penso, inoltre - aveva concluso - che i tempi siano ormai maturi per guardare al futuro del lavoro pubblico con
coraggio e con un approccio innovativo".