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Le Torri Gemelle sono ancora in piedi... devo crederci?

Assicurazione sulla vita: è di nuovo boom, ma senza rischi è meglio
Con molta probabilità alcuni risparmiatori italiani non avranno dormito notti serene pensando alla loro assicurazione sulla vita, tutto ciò per colpa della crisi finanziaria. Coloro che negli anni scorsi avevano investito sulle polizze vita, in particolare in quelle a contenuto finanziario, avranno sentito tremare la terra sotto i loro piedi mentre altri inconsapevoli del contenuto del loro prodotto avranno sognato sole e spiagge caraibiche dove rifugiarsi alla scadenza dell'assicurazione. Di certo possiamo dire che qualche sprovveduto si sarà lasciato convincere dagli affabili venditori di polizze vita, certo si trattasse di un'assicurazione, per poi ritrovarsi tra le mani prodotti finanziari belli e buoni.

Tutto questo perché negli ultimi anni le "tradizionali" polizze vita sono state sostituite da quelle a contenuto speculativo-finanziario, chiamate nel gergo tecnico "unit-linked" e "index-linked".
Entrambi i tipi di polizza sono a forte contenuto finanziario, con il primo collegato al valore delle quote di un fondo d'investimento ed il secondo all'andamento di un indice azionario. Sono fioccate così le richieste di informazioni alle società assicurative per conoscere il valore attuale del proprio investimento e per valutare la possibilità o meno di una rescissione dalla polizza.
E che dire di quegli sventurati imbattutisi in assicurazioni con la componente obbligazionaria legata ai bond della Lehman Brothers dichiarata in bancarotta? Saranno ancora vivi? Sicuramente avranno cercato di corsa il contratto sottoscritto con l'assicurazione per verificare la presenza o meno degli asterischi sulle clausole. Coloro che hanno letto con i loro occhi "le prestazioni sono legate alla solvibilità delle società emittenti" avranno certamente rischiato l'infarto!

Alla luce di tutto questo, come stanno andando le cose per il settore assicurativo ramo vita?
Dopo un decennio di forti espansioni, spinte anche dalla detraibilità dei premi delle polizze vita (seppur limitata al 19% fino ad un massimo di 2,5 milioni delle vecchie lire), il mercato italiano ha iniziato a dare i primi segnali di cedimento, mostrando nel 2006 evidenti contrazioni della raccolta premi. Inizialmente il declino si era verificato soprattutto per i prodotti tradizionali mentre dal 2008, la flessione maggiore si è registrata sui prodotti collegati all'andamento dei mercati finanziari.
La crisi dunque non ha salvato neanche questo settore!

Snocciolando un po' di dati dell'ANIA, Associazione Nazionale Imprese assicuratrici, che sono noiosi ma servono a capire molte cose, possiamo affermare che la raccolta premi del ramo vita nel 2008 ha subìto una contrazione annua dell'11,2% a 54,6 miliardi di Euro.
La dinamica riflette principalmente la riduzione della vendita di polizze di Ramo III - Linked che, a causa della turbolenza sui mercati finanziari, ha registrato una marcata contrazione (-36,1%, con un volume premi di 18,6 miliardi di Euro).
I premi di Ramo I - Vita umana, hanno registrato invece un aumento del 15,7%, grazie all'espansione di nuova produzione verso polizze di tipo tradizionale e considerate quindi più "sicure".
Questa la situazione al 2008, ma si può ben sperare per il 2009? Sembra proprio di sì. Nel primo trimestre dell'anno la raccolta premi è stata pari a 12,1 mld di euro (+20,7% rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente), con il ramo I in forte espansione. Si conferma invece la forte contrazione delle nuove polizze "linked", con una raccolta in calo del 73,4%, per un volume premi pari a 1,5 mld di euro.

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