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La febbre da evasione si misura con il Redditometro

Il controllo fiscale negli altri paesi
Come si sono organizzati gli altri paesi per combattere l'evasione?
In tema di bizzarrie segnaliamo la Gran Bretagna, dove è stata realizzata una campagna pubblicitaria antievasione che invita i contribuenti onesti ad alzare rapidamente la cornetta del telefono per chiamare un numero messo a disposizione dall'amministrazione fiscale, per rivelare all'operatore nome e cognome di chi evade. A casa nostra si dice fare la spia, ma tra spione e fesso la differenza è netta, perché chi paga le tasse anche per il prossimo si può tranquillamente definire fesso.

In America invece siamo in uno scenario da Far West. Nella città di San Francisco, colui che rivelerà agli ispettori del Fisco le coordinate del contribuente che ha violato le norme sui tributi che regolano il versamento dell'imposta di proprietà verrà ripagato con una somma fino a 500 mila dollari. Si tratta di una vera e propria taglia con la scritta "Wanted".

Vi sembrerà irreale ma c'è addirittura qualcuno che mira a far diventare la contribuzione un comportamento spontaneo.
Secondo il Presidente della Corte dei Conti Gian Giorgio Paleologo, la lotta all'evasione non si vince più puntando tutto sul versante investigativo e della repressione: "Il nodo è nella capacità di indurre comportamenti spontanei di massa più corretti, completando e rafforzando le misure che possono favorire la naturale emersione delle basi imponibili". Questa a molti sembrerà pazzia ma in realtà si chiama civiltà!

Nell'ultima manovra finanziaria da 24 miliardi di euro il governo sembra aver puntato proprio sulla lotta all'evasione, prevedendo di recuperare 20,3 miliardi di euro entro il 2013 grazie anche all'ormai famoso Redditometro! La caccia sembra farsi spietata soprattutto nei confronti degli imprenditori, visto che almeno 100mila società entreranno nel mirino delle fiamme gialle, permettendo di ottenere un maggior gettito di 2,8 miliardi nei prossimi tre anni.

Sotto la lente le imprese "apri e chiudi", ovvero quelle che avviano una nuova attività per chiuderla in pochi mesi senza versare tasse e contributi. Si tratta di una pratica assai diffusa in Italia, soprattutto nelle grandi città, con Roma, Milano, Napoli, Bari e Brescia, che permetterà d'incassare 100 milioni di euro nel 2011, almeno stando alle stime. La vita sarà più dura anche per le aziende in "perdita sistemica", ossia per quelle società che per più di un anno hanno chiuso i conti in rosso.

Intanto la pressione fiscale si fa sempre più pressante (piaciuto il gioco di parole?). Imprese e sindacati chiedono al governo la riforma del Fisco, poiché subiscono rispettivamente una tassazione media del 45% e del 50%. Tanto per fare una comparazione: in Germania le imprese sono gravate "solo" al 25% mentre in Francia l'imposizione fiscale sui redditi da lavoro più elevati arriva al 40%.

La lotta all'evasione pensata dal governo sembra comprendere tutti gli ambiti possibili ed immaginabili, dal lavoro nero ai condomini, quindi se avete la coscienza sporca poiché siete soliti "dribblare" il Fisco, preparatevi alle cartelle esattoriali e non sperate in un condono edilizio e/o fiscale, perché questa volta sembra non essercene per nessuno!


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