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Farmaci italiani a peso d'oro

Si può risparmiare?
E i costi sociali? Il mercato farmaceutico totale, comprensivo della prescrizione territoriale e di quella erogata attraverso le strutture pubbliche (ASL, Aziende Ospedaliere, Policlinici Universitari, ecc.) è pari a oltre 25 miliardi di euro, di cui il 75% a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

La voce farmaci, dunque, pesa molto non solo sul bilancio familiare ma anche su quello statale. Non ci resta che sperare nella salute, ma se questa non ci assiste cosa possiamo fare per non dilapidare il nostro patrimonio? Prima di tutto dovremmo cercate di ridurre la dipendenza da medicinali di marca per orientarci verso quelli "no brand" o farmaci generico-equivalenti, che rappresentano al momento solo il 28% della spesa totale. Si tratta di medicinali con lo stesso principio attivo di quelli originali, con brevetto scaduto e non pubblicizzati, quindi meno costosi al consumatore. Così facendo potremmo ridurre le spese farmaceutiche dal 20-40%, alleggerendo le spese dello Stato per circa un miliardo di euro.

Un utile servizio per la ricerca di tali medicinali alternativi, quando il farmacista non riesce a esserci d'aiuto, è quello offerto dal sito www.generici.com/motore/ che contiene più di 8000 farmaci commercializzati in Italia ed è in grado di confrontarli per costo al grammo.
Altro utile consiglio è quello di comprare farmaci nei corner salute degli ipermercati. Mettendo nel carrello della spesa i medicinali distribuiti nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO), risparmieremo il 17% rispetto alle farmacie e il 13% rispetto alle parafarmacie.

La stretta concorrenza ha messo in moto il meccanismo dello sconto anche nelle farmacie, che nei primi tre mesi del 2010 hanno generato un risparmio di oltre 155 milioni di euro. Ci sono poi delle auspicabili proposte da sostenere, come quella di Federconsumatori sulla messa in produzione delle confezioni monouso, che non solo consentirebbero di ridurre notevolmente gli sprechi, ma permetterebbero un risparmio di 600-700 milioni di euro l'anno.

L'ADOC appare dello stesso avviso dopo aver calcolato che dei 400 euro l'anno che una famiglia spende, quasi 80 euro vengono sprecati a causa delle confezioni non conformi alla terapia prevista. Secondo Carlo Pileri, Presidente del sindacato dei consumatori, alcuni beccucci dei flaconi e degli spray, difatti, non consentono l'utilizzo di circa il 20% del prodotto, reso praticamente inaccessibile. Discorso simile per i medicinali in gocce, dato che poco meno del 10% rimane nella boccetta. Inoltre, la maggioranza dei farmaci confezionati in blister contiene un numero di compresse superiore o inferiore del 30%, in media, rispetto al normale ciclo terapeutico per cui viene impiegato. Tale spreco comporta danni per ben 1,5 miliardi di euro.

L'ADUC, Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori, invece, si schiera a favore della legalizzazione del commercio online di farmaci a livello europeo, per incrementare la concorrenza e di conseguenza scatenare una battaglia sui prezzi. Questa misura potrebbe generare dei vantaggi anche sul fronte della lotta alla contraffazione, visto che secondo l'OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità, in Italia più di due cittadini su cinque si affidano al mercato nero di Internet e che spesso dietro alla vendita on line di farmaci si nascondono truffe che possono danneggiare seriamente la nostra salute.
E' proprio il caso di dire: sulle scottature, l'acqua bollente!


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