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Lo shopping del nuovo millennio? E' "social" e in gruppo

E' tutto oro quello che luccica?
E' tutto oro quello che luccica? In gran parte si, come dimostra l'altissimo numero di clienti soddisfatti che hanno fatto dello shopping di gruppo un vero e proprio stile di vita. Tuttavia comincia a crescere di pari passo con il fenomeno il numero di clienti che lamentano carenze e disservizi non tanto per quanto riguarda le piattaforme di acquisto "social", quanto piuttosto per le aziende promotrici.

Come rileva Adiconsum, nel caso dei gruppi d'acquisto online, i soldi si danno a un'azienda, ma il servizio la fornisce un'altra. Questo rende difficile esporre eventuali rimostranze, a maggior ragione quando, come lamentato da alcuni utenti, è difficile parlare con il servizio clienti.

Altre criticità segnalate a Adiconsum sono il fatto che non vi sono certezze sul giusto rimborso, perché il coupon si paga sempre con carta di credito e dunque il ritardo o la mancata restituzione dei soldi viene scaricata dai gruppi d'acquisto sul circuito della carta di credito. Locali chiusi, ritardo nella fornitura del servizio, impossibilità di godere del servizio quando si vuole, mancanza di standard di qualità sono altri problemi lamentati.

A volte, poi, quando ci si presenta con il coupon, ci si sente spesso clienti di serie B: la quantità delle porzioni è diversa dagli altri clienti, la stanza dell'hotel è la peggiore, il taglio di capelli è affrettato o realizzato dal personale meno esperto, rileva l'Associazione.

Discorso a parte l'ira della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, secondo i quali l'acquisto di prestazioni mediche e odontoiatriche a tariffe irrisorie, indiscutibilmente inferiori ai costi di produzione, "induce a credere che le prestazioni mediche abbiano costi vivi risibili e le stesse Aziende sanitarie speculino, considerati i costi dei ticket, superiori al costo delle prestazioni che loro offrono", come si legge sulla segnalazione inviata all'Antitrust.

Qualche operatore coinvolto ha infine lamentato che questo modello deprime pericolosamente i margini sul fatturato reale e spesso non incrementa né il portafoglio clienti, né il giro d'affari, come invece promesso dai siti di social shopping.

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