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Il carry trade, un perfetto sconosciuto

Il rischio del carry trade sta nell'instabilità del tasso di cambio
Ma allora dove sta il rischio? Prendendo come esempio le operazioni in yen, cosa sarebbe accaduto se prima della scadenza del bond la valuta nipponica si fosse rivalutata per più della differenza del rendimento? L'operazione, in questo caso, sarebbe finita con una perdita a causa dell'instabilità del tasso di cambio che non avevamo previsto. Questa situazione potrebbe presentarsi, ad esempio, quando gli speculatori iniziano a perdere fiducia nelle operazioni di carry trade poste in essere. Mano a mano che gli operatori escono dalle loro posizioni, si riducono i nostri profitti derivanti dai differenziali, arrivando ad annullarsi e persino a trasformasi in perdite.

La cosa da non sottovalutare in questo investimento è dunque la stabilità del cambio, visto poi che massicce operazioni di carry trade possono influenzare pesantemente l'andamento delle valute. Se gli investimenti vengono fatti su larga scala, infatti, inizialmente il cambio tende a deprimersi, esaltando anche la convenienza dell'operazione, per poi apprezzarsi nella fase finale.

A mettere a rischio le operazioni di carry trade ci sono anche gli aumenti imprevisti dei tassi d'interesse nei paesi dove si è preso a prestito il denaro, che comportano un apprezzamento del tasso di cambio. Tale ipotesi rispecchia pienamente la situazione che sta vivendo il Giappone, dove le prospettive di un rialzo del tasso d'interesse stanno favorendo il recupero dello yen nei confronti delle principali divise internazionali, mettendo fine alle operazioni di carry trade.

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