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Pianeta Scuola: quello italiano sempre più penalizzato

Costi di istruzione: le famiglie italiane penalizzate più di quelle europee
Quindi, i risultati raggiunti non bastano a colmare il gap con le scuole presenti sul territorio di Eurolandia dove non solo si contano più insegnanti, ma i costi della scuola non gravano così tanto sul portafoglio delle famiglie. Eh sì perché se è vero che la scuola pubblica, con tutte le sue problematiche, rimane ancora ben radicata nella cultura italiana è anche vero che sono le famiglie a sostenere finanziariamente la formazione dei propri figli.
Spesso, infatti, i genitori sono costretti a ricorrere a finanziamenti o prestiti per reperire le risorse da investire nel futuro dei propri figli.

Secondo il broker online Prestiti.it, "la spesa da stanziare per un ragazzo delle medie oscilla tra i 350 e i 400 euro mentre per chi va al liceo la cifra va dai 450 ai 500 euro. I libri digitali stentano a decollare e quindi mercatini dei libri usati e supermercati che offrono sconti e promozioni, continueranno a essere presi d'assalto". La ricerca ha evidenziato che sempre più italiani si rivolgono a banche e finanziarie che concedono prestiti personali da impiegare per studio e formazione. Si parla di una cifra che si aggira intorno ai 30 milioni di euro che vengono impiegati non solo per libri e quaderni visto che "a farla da padrone sono i master e i costi di perfezionamento, che possono arrivare a costare somme ingenti e sempre più spesso vengono pagati a rate, dai genitori o - se c'è un reddito dimostrabile - direttamente dagli studenti. Nel primo semestre del 2012, gli italiani hanno presentato una richiesta media di prestito pari a circa 7.000 euro. La somma media richiesta, tuttavia, è nettamente inferiore a quella della rilevazione del 2011. Una riduzione del 45%, a dimostrazione di una difficoltà economica che obbliga al contenimento dei costi", spiega ancora la ricerca.

Questa la fotografia italiana che si scontra inesorabilmente con il modello europeo, dove spesso sono gli Stati che, con sovvenzioni o prestiti, provvedono alla formazione delle giovani generazioni.

Secondo uno studio pubblicato dalla Commissione UE, infatti, i costi dell'istruzione superiore degli studenti variano sensibilmente da Stato a Stato nell'Unione e l'Italia rientra tra quelle Nazioni che fanno pagare le tasse alla maggioranza degli studenti dando una mano soltanto ad una piccola percentuale di iscritti. Nel Regno Unito, per esempio, gli studenti pagano la cifra più alta dell'Unione per le tasse d'iscrizione ma gli studenti ricevono dallo Stato un prestito che dovranno restituire solo nel momento in cui si affrancheranno dagli studi trovando un lavoro. In nove Paesi dell'UE,(Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Grecia, Malta, Norvegia, Scozia e Svezia) le tasse praticamente non esistono per quegli studenti appartenenti alla Comunità Europea, mentre in quasi tutti i Paesi di Eurolandia, il sostegno agli studenti è agevolato con prestiti o sovvenzioni. Per non parlare, poi, delle agevolazioni fiscali e degli assegni familiari per i genitori che rappresentano un importante contributo erogato nella metà dei Paesi dell'Eurozona.
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