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L'esercito delle vittime del lavoro

Le morti bianche, pur in contrazione, restano ancora troppe per un Paese civile.

L'Osservatorio Vega Engineering

L'Osservatorio Vega Engineering di Mestre sulla sicurezza del lavoro è stato presentato da Mauro Rossato in occasione della 62ª Giornata per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, fornendo i dati aggiornati dei primi nove mesi del 2012. Per l'evento, Rossato ha proposto anche una riflessione sull'emergenza, dato che la cronaca narra ogni giorno un'altra storia. In particolare si sottolinea che la scarsa attenzione al percorso formativo e alla prevenzione sul fronte della sicurezza favorisce il verificarsi quotidiano di infortuni gravi e spesso mortali, soprattutto in agricoltura e in edilizia. La più frequente causa di mortalità è la caduta dall'alto nel 24,5% dei casi, seguita dal ribaltamento di un veicolo o un mezzo in movimento (20,2%) e dallo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti dall'alto (16,1%).

L'ultima indagine dell'Osservatorio riguarda il periodo che va da gennaio a settembre 2012, durante il quale si sono registrate ben 392 vittime in Italia. Le cinque regioni più colpite sono la Lombardia (52 morti bianche), l'Emilia Romagna (51), la Toscana (36), la Sicilia (30) ed il Veneto (29), ma se si considera l'incidenza delle vittime rispetto alla popolazione lavorativa, l'Abruzzo è al top con un indice di 46,6, rispetto ad una media nazionale di 17,1. Seguono Valle D'Aosta (35,1), Trentino Alto Adige (29,8), Molise (27,7) e Basilicata (27).

L'agricoltura è sempre il settore in cui si registrano più morti bianche, che rappresentano il 36,1% del totale delle vittime sul lavoro nazionali, seguita dall'edilizia che conta il 25,1% delle vittime. Fra gli altri settori, il commercio e le attività artigianali registrano un'incidenza del 7,9%, i trasporti, magazzinaggi e comunicazioni il 6,4%.

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