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Arriva il Redditest, il segugio che scova gli evasori

Redditest: il nuovo strumento dell'Agenzia delle Entrate per verificare la congruenza tra reddito prodotto e spese sostenute.

Il paradosso del Redditest: penalizzate le famiglie più modeste

L'onesto cittadino che paga le tasse può dormire sonni tranquilli, se non fosse che dopo una simulazione effettuata il giorno della presentazione sull'intera platea delle famiglie, risulta che 4,3 milioni di nuclei, ossia uno su cinque, sostengono "spese non coerenti con i redditi". Per contro, a fronte di esborsi rilevanti e ricorrenti denunciano redditi "vicini allo zero".

Ma non è tutto perché il vero paradosso del Redditest è che questo penalizza le famiglie più modeste. Da una simulazione fatta da Il Sole 24 ORE del 21 novembre scorso, risulta che gli incoerenti sono per lo più i redditi sotto i 30mila euro lordi l'anno: ossia la maggioranza dei pensionati e gran parte dei dipendenti italiani. La maggiore criticità del Redditest sta nella grande quantità di dati che il contribuente deve inserire nel software. Per non parlare poi della documentazione giustificativa che si deve riempire. E poi, poiché si tratta di un adempimento soltanto di natura facoltativa per il contribuente che, con la risposta dell'Oracolo di Befera saprà se in futuro potrà essere soggetto ad accertamento, una domanda sorge spontanea: quanti saranno i contribuenti che effettivamente lo utilizzeranno? E ancora guardando alle categorie in cui è composto il test c'è da chiedersi: possibile che l'Agenzia delle Entrate non abbia tenuto conto dell'aumento delle tariffe, del costo della vita, delle spese correnti? E una cosa ancora più palese sembra essere sfuggita ai signori del Fisco: la crisi economica che ha investito non solo l'Italia, ma l'intero pianeta.

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