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L'Europa? Vittima delle sue utopie

L'Europa ha creduto nella pace e nella stabilizzazione mondiale ed è rimasta schiacciata dalle sue utopie.

"Penso che la BCE dovrebbe svolgere un ruolo più attivo nella stabilizzazione del mercato", ha affermato Fabrizio Saccomanni, Direttore generale della Banca d'Italia, parlando il 9 maggio scorso nel salone dei Cinquecento a palazzo Vecchio al Convegno sullo Stato dell'Unione: "Pur restando all'interno delle regole del Trattato, la BCE può fare qualcosa e lo ha fatto. Credo che il suo potere di segnalazione potrebbe aumentare se le venisse formalmente riconosciuto che può perseguire sia la stabilità monetaria sia la stabilità finanziaria".

"Manca ancora - aveva spiegato il giorno prima a un convegno di Ubi Banca - un consenso su cosa fare per uscire dalla crisi, creata da un eccesso di indebitamento pubblico e privato che si è accumulato negli ultimi due decenni. I tempi del deleveraging sono dettati ora dai mercati finanziari, spesso sulla base di convenzioni senza una validità assoluta, come il ritenere che il rendimento dei titoli di Stato al 7% sia un punto di non ritorno. L'alternativa è uno sforzo per una riduzione ordinata dell'eccesso di indebitamento accumulato nell'economia globale. Una riduzione del debito credo non possa avvenire se non attraverso un patto tra debitori e creditori, che si può raggiungere al G20 o al Fondo monetario, sedi della cooperazione internazionale. I debitori si impegnano a risanare le finanze pubbliche e private e a fare di più sul fronte della sostenibilità. I creditori devono accettare una gestione del deleveraging più coordinata e senza eccessi".

Se non si mettono in fila i numeri, è difficile capire di che cosa stia parlando il Direttore generale di Bankitalia, chi si è indebitato e perché. Facciamo un po' di storia: il primo ciclo inizia nel 1989, l'anno fatidico in cui cadde il Muro di Berlino, con l'unificazione della Germania, da cui seguì l'allargamento ad est dell'Unione europea volto a creare una ampia zona di cooperazione politica ed economica che stabilizzasse l'area dei Paesi ex comunisti. Il secondo ciclo è iniziato nel 2001, con l'adozione dell'euro e l'ingresso della Cina nel Wto.
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