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"Grass vs. Sarrazin": le Parole ed i Numeri

Sulla Grecia e sull'Euro dicono la loro due pesi massimi tedeschi Gunter Grass e Thilo Sarrazin. Troppo tardi.

C'è un punto cruciale per entrambi: Sarrazin afferma che "deve trattarsi di euro meritati e non regalati o prestati dei paesi del Nord" e Grass che è "prossima al caos perché non all'altezza del mercato, alla gogna come debitore": propendere per l'una o l'altra tesi non sevirebbe a molto, poiché qualsiasi ragionamento verrebbe tacciato di partigianeria.

Alle parole, dure o pietose, possiamo contrapporre i numeri. Tutti si nascondono dietro i bilanci pubblici greci che sarebbero stati taroccati, ma di vero c'è che il debito pubblico greco sottoscritto dall'estero è passato dagli 81 miliardi di euro del 2002 ai 191 miliardi di settembre 2008: strano davvero che nessuno dei creditori si sia accorto della insostenibilità di questo andamento, con un ampio raddoppio in cinque anni. Si dirà che il debito pubblico è sempre stato considerato privo di rischio, e che spettava all'Unione europea controllare. Il fatto è che, se il debito pubblico estero ha avuto un fattore di crescita di 2,3 volte, i debiti esteri delle banche elleniche sono cresciuti dai 28 miliardi di euro del 2002 ai 118 miliardi di settembre 2008, con un moltiplicatore di 4,2 volte. Il tutto mentre il PIL reale cresceva appena di 0,23 volte. In meno di sei anni, il debito estero greco è passato da 144 a 350 miliardi di euro: 206 miliardi in più. Un periodo in cui la Grecia ha accumulato un disavanzo della bilancia dei pagamenti correnti pari a 179 miliardi di dollari, con una percentuale annua mai inferiore al 6% del PIL, mentre la sola componente merci nei confronti dell'Unione a 27 ha registrato un passivo di 124 miliardi di euro.

Si può dire di tutto: formulare un giudizio storico strampalato, secondo cui la Germania avrebbe dovuto accettare l'euro per emendarsi ancora una volta delle colpe della guerra; confondere l'essere con il dover essere, quando si afferma che si deve comprare con gli euro guadagnati e non con quelli prestati o regalati dai Paesi del Nord; esprimere una compassione umana alquanto scontata, sottolineando che è ignominioso il caos in cui l'Europa ha fatto precipitare la Grecia; esagerare alquanto, visto che non è il primo default del mondo, quando si prevede che la Grecia, pur allontanando da sé il mortifero calice del risanamento, perirà comunque.

La correlazione tra l'aumento dei debiti verso l'estero e lo sbilancio commerciale e del complesso delle partite correnti era noto a tutti, ma hanno fatto finta di niente: conveniva a debitori e creditori. C'è chi ha venduto a credito e chi ha comprato a debito, nessuno di nascosto dall'altro.

Fra tante certezze ed altrettante emozioni, visti i numeri, manca un dato fondamentale, che né Grass né Sarrazin chiariscono: finora, dove sono stati?
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