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Selling Italy by the Pound

Vediamo cosa c'è dietro all'ennesima operazione di salvataggio del BTP.

Non ci sono pasti gratis ma i mercati sembrano far finta di non capirlo. Questa strategia può rivelarsi alternativamente un atto di straordinaria lungimiranza e coraggio (in uno scenario positivo, i BTP lunghi al 6% e passa sarebbero – in un contesto di bassa inflazione, bassa crescita e moneta stabile – uno degli investimenti migliori di sempre in termini di reward/risk) o di completa miopia autoassolutoria, stile struzzo (come non capire che c’era una ragione se i bonds tedeschi e svizzeri avevano un rendimento negativo? come non capire che i rendimenti da favola di Bonos e BTP – a PIL negativo – erano semplicemente una mimesi che nascondeva l’aculeo avvelenato dell’haircut?). Only markets will tell.

Intanto ci si eccita per una reazione tecnica con volumi bassissimi e si dimentica che su molti indici europei siamo a distanze enormi – oltre il 70% in termini reali – dai massimi. L’Italia dovrebbe guadagnare il 70% per riportarsi sui massimi della reazione post-2009. Da là, dovrebbe più che raddoppiarsi per tornare (al semplice livello nominale) sui massimi del 2000-2007. Un po’ di pazienza non guasta.

Nelle prossime settimane - finita la fase di RISK-OFF e di window-dressing di fine trimestre – potremmo anche aspettarci di venire a sapere il prezzo chiesto per un salvataggio (azzardo: riserve auree in garanzia?), specie se la sequenza di riunioni di questo fine Giugno dovesse portare solo parole e/o se una delle aste spagnole o italiane dovesse malauguratamente andar male.

Da osservatore - interessato, se non altro in quanto italiano - direi che sarebbe meglio rivedere il BTP future a 103 (ora è a 100.50)




e il Bund future sotto 139 (ora è a 140.50)


prima anche solo di fischiettare lo scampato pericolo.

Per chi volesse vedere le cose dalla prospettiva dell’Orso, facciamo un po’ di fantafinanza. La strategia della Germania che permette all’EFSF/ESM di acquistare 600B del debito italiano e spagnolo, come i giornali inglesi hanno riportato, potrebbe essere vista come unicamente tesa a mantenere il valore dell’Euro e estendere la timeline, così da permettere alla Germania di avere il tempo di stampare miliardi di Reichsmark nuovi e di prepararsi ad uscire dall’Euro stesso. I tedeschi sono molto ordinati e metodici, e vorrebbero la Ger-Exit fatta bene. Una volta che la Germania fosse pronta e annunciasse un’uscita dall’Euro a sorpresa durante un fine settimana, l’Euro cadrebbe come un sasso nell’oceano. Siccome il debito estero della Germania sarebbe ancora espresso in Euro, la Germania, con l’Euro svalutato, sarebbe un vincitore netto. La Grecia rimarrebbe nell’area Euro fino alla fine, come da volontà popolare e collettiva, solo che l’Euro diventerebbe la Dracma. Ovviamente tutto questo è impossibile.

Intanto, visto che di debito e di leva in giro ce ne sono pochi, ecco che – mese dopo mese – la leva sul NYSE sta raggiungendo i livelli toccati sui top di 2000, 2007 e 2011. Auguriamoci perlomeno che gli effetti siano diversi.

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