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Schuldensozialismus

La complicata via europea alla mutualizzazione.

E’ sbagliato fare allarmismo. La Linke è in crisi e se gli altri movimenti si presentassero oggi alle elezioni non avrebbero molti voti. Le cose potrebbero tuttavia cambiare, e in fretta, se la Germania dovesse entrare in recessione. Ci sarebbero, in quel caso, gruppi già posizionati strategicamente (a destra, al centro e a sinistra) per raccogliere il malcontento antieuropeo.

Quando si indulge nella critica della Merkel non bisogna mai dimenticare le difficoltà del fronte interno. La Merkel deve vendere austerità all’estero e solidarietà in patria e se la deve vedere con un Bundestag, un presidente della repubblica popolarissimo e una Corte costituzionale molto efficiente che sorvegliano ogni suo passo e ogni sua parola sempre più da vicino. La Merkel è il leader più potente d’Europa, ma è anche l’unica che, durante i vertici internazionali, se ne vola per qualche ora a Berlino per consultarsi prima di ritornare per le decisioni finali.

Governare un grande paese, diceva il primo ministro cinese Zhou Enlai, è facile come cucinare un piccolo pesce. Governare l’Europa è però straordinariamente difficile. Se si ammorbidisce la richiesta di austerità rivolta alla Grecia, ad esempio, nasce un vespaio in Germania, mentre Portogallo e Irlanda si alzano immediatamente a richiedere altrettanta indulgenza. Se si mantiene la linea dura si passa per sadici e non si viene creduti dai mercati, che si mettono subito ad attaccare Spagna e Italia puntando su un’uscita della Grecia dall’euro.

Quando la Merkel dice che bisogna procedere a piccoli passi non fa altro che spiegare quello che è costretta a fare per evitare che saltino i delicati equilibri che la circondano.

I mercati hanno fatto bene a declassare il vertice delle prossime ore a evento ordinario. Da qualche tempo, del resto, è possibile disporre dei comunicati conclusivi dei vertici europei con qualche giorno di anticipo, basta ascoltare la relazione che la Merkel tiene al Bundestag prima di partire. Dopo avere escluso con chiarezza, davanti al suo parlamento, le forme più aggressive di mutualizzazione del debito, la Merkel non cambierà certo idea nei prossimi giorni.

I mercati, dunque, cominciano a guardare oltre il vertice e a farsi l’idea che la vita continuerà comunque. Quanto alle decisioni, si è ormai capito che ci saranno i 120 miliardi per la crescita e, probabilmente, qualche accenno al percorso verso l’unificazione politica del continente. Se ci saranno solo parole varrà poco, se ci saranno anche date verrà preso più sul serio.
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