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Il pianoforte

L'Europa sposta i mobili di casa.

Mutualizzati i 100 miliardi per la Spagna si è anche fatto qualcosa per l’Italia. Questo qualcosa, a essere onesti, non l’abbiamo capito tanto bene e, qualunque cosa sia, era disponibile anche prima del vertice. Chi ha parlato di trionfo italiano ha certamente esagerato, ma nel nostro inguaribile consequenzialismo riteniamo che una cosa sia buona se produce buoni effetti, non se è buona in sé. Il governo è un po’ più forte, le elezioni più lontane, i Btp un po’ più forti e questo, in tempi calamitosi, è positivo.

Il centinaio di miliardi avanzato per noi nelle casse dell’Esm non farebbe nemmeno il solletico alla speculazione, ma se l’Esm, come nota Goldman Sachs, si indebitasse sul mercato per 400 miliardi, i 500 totali potrebbero fare la differenza.

Insomma, il vertice non ha preso decisioni in sé storiche e ha in pratica rimandato di sei mesi la discussione sull’unione politica, ma ha sicuramente guadagnato tempo prezioso e si è comunque mosso nella direzione giusta. Non ci sono state rotture, tavoli rovesciati, porte sbattute. In pratica siamo ancora vivi e scusate se è poco. Quanto ai mugugni finlandesi e olandesi, non è la prima volta. Sono a fini di politica interna.

Quanto allo scetticismo sull’unione bancaria, è bene ricordare che c’è di mezzo la Bce, uscita certamente rafforzata dal vertice. Ai politici, tedeschi inclusi, spiace da morire abbandonare il controllo delle banche, ma il loro tentativo di ridurre al minimo il passaggio di consegne si troverà di fronte una Bce determinata e autorevole.
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