La signora Merkel lo aveva detto chiaro e tondo. I paesi in crisi devono arrangiarsi con gli strumenti attualmente disponibili - peraltro alcuni ancora non pienamente operativi. Lo strumento esistente fin qui era la EFSF e ormai solo l'ESM comunemente conosciuto come il Fondo salva-Stati.
Secondo il Memorandum del Presidente del Consiglio europeo Van Rompuy, scritto in collaborazione con i Presidenti della BCE, della Commissione e dell'Eurogruppo, il Vertice doveva affrontare quattro questioni: 1) un assetto finanziario integrato, alias, l'Unione Bancaria; 2) il rafforzamento delle procedure di bilancio integrate; 3) un quadro di politica economica integrato, alias, patto per la crescita; 4) un rafforzamento della legittimazione democratica e della responsabilità.
Come si vede, del piano Monti anti-spread non c'è alcuna esplicita menzione a meno che non lo si voglia includere nel punto 3). Per ora la decisione più importante appare essere quella secondo cui la vigilanza sarà affidata alla BCE e che il meccanismo di stabilità europea si occuperà direttamente della ricapitalizzazione delle banche, a partire da quelle spagnole.
Con quali risorse, con quali tempi e modalità non è ben chiaro perché il 29 giugno si è deciso solo un percorso negoziale.