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Sul nuovo ruolo del Fondo salva-Stati

Il rischio della sostenibilità del debito pubblico non si abbassa d'incanto con risorse inadeguate.

Nella sua audizione al Parlamento europeo il Presidente della BCE, Draghi, ha detto "l'aggiustamento dei bilanci deve essere riequilibrato con più tagli alla spesa pubblica e meno tasse" e che, per la ripresa economica, vede "un barlume di speranza", alias, poco o niente. Il discorso è coerente e le previsioni gli danno ragione. Sono i governi nazionali su cui tuttora ricade la principale responsabilità della politica economica e finanziaria che dovrebbero trovare tra le pieghe dei bilanci gli spazi finanziari per fare gli investimenti pubblici, in una lunga fase congiunturale in cui il settore privato non ne fa a sufficienza. Se è così, secondo me, i tagli alle tasse vengono dopo. Occorre trasformare spesa pubblica corrente in spesa in conto capitale. E' questa la spending review che serve. Tutti invece plaudono a quella approvata con il decreto legge del 6 luglio scorso il quale, non solo non fa efficienza, ma addirittura aggrava la recessione.

In questa situazione, il dibattito politico interno dedica molto spazio al futuro politico di Monti o all'assunta auspicabilità di continuità della linea politica di Monti dopo le elezioni della Primavera 2013. Trovo questo dibattito risibile e, per qualche aspetto, irresponsabile perché distrae l'opinione pubblica dalle vere questioni che sono sul tappeto: cosa fare per rilanciare la ripresa economica e per creare nuovi posti di lavoro. Trovo commendevoli i commenti sulla presunta criticità della situazione congiunturale economica degli USA, dove la crescita economica viaggia poco al disotto del 2% e l'occupazione continua ad aumentare, sia pure a ritmi più lenti di quelli previsti o auspicabili. Mentre in Italia, invece, si aggrava la recessione e aumenta la disoccupazione e si sostiene che i fondamentali sono buoni. Certo anche io riconosco che Monti ha ricostruito un'immagine decente del nostro Paese all'estero, ma non possiamo vivere solo di immagine.
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