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Cronache tedesche

Là dove non si parla che di Europa.

A Karlsruhe i giudici della suprema corte hanno ascoltato Schauble la mattina e Weidmann il pomeriggio. A sentirli sembravano venire da mondi diversi.

Schauble ha implorato i giudici di fare presto, per il bene dell’Europa e di quei poveri paesi con i tassi così alti e ha invocato un uso il più possibile flessibile e aggressivo dell’Esm. Weidmann ha detto il contrario. Fate pure con calma, cari giudici, tanto l’Esm (da limitare al massimo nelle sue funzioni) non risolverà certo i problemi dell’Europa.

Sbaglieremo, ma ci siamo fatti l’idea che la Merkel sia sempre stata più vicina a Schauble, ma che abbia progettato e costruito il secondo binario di Weidmann come copertura e per aumentare il suo spazio tattico e la sua forza negoziale in Europa e, ancora di più, all’interno. Ricaviamo questa impressione dal fatto che la linea di Weidmann risulta generalmente perdente, ma mai sconfitta definitivamente.

In Italia ogni tanto ci rappresentiamo la Germania in modo consolatorio. Ci diciamo ad esempio che la Merkel è sempre più isolata e debole, ma questo non è vero. Dopo la sconfitta in Renania la Cdu è velocemente risalita nei sondaggi ed è oggi nella parte alta del suo range di oscillazione. Quanto alla Merkel, perfino il 40 per cento degli elettori socialdemocratici la sostiene. Parlamento e Corte costituzionale, per quanto vivaci, esigenti e assertivi, hanno di lei grande rispetto.

Un altro discorso a sfondo consolatorio che ci ripetiamo forse troppo spesso è quello sui costi proibitivi che la Germania si troverebbe a pagare in caso di scioglimento di Eurolandia. Citatissima è l’esposizione creditoria della Bundesbank nei confronti delle banche centrali mediterranee, che si avvicina velocemente ai 700 miliardi. Perdite devastanti, si lascia capire, incomberebbero anche sulle banche tedesche.

Si trascura il fatto che la Germania è da decenni in surplus delle partite correnti. I paesi che sono in questa situazione sanno fin da piccoli che il gruzzolo di riserve che accumulano giorno dopo giorno sarà presto o tardi eroso dalla svalutazione del loro portafoglio. La Cina, ad esempio, sa bene che i dollari che accumula con tanta fatica continueranno a perdere valore rispetto al renminbi, ma continua ugualmente ad accumularli.

Per definizione i paesi in surplus devono tenere le loro riserve in titoli di paesi in deficit. Questi paesi, nel tempo, svaluteranno, ristruttureranno, falliranno. Se la Germania fosse stata da sola e avesse evitato di riciclare il suo surplus nel Mediterraneo, l’avrebbe riciclato in dollari e sterline e, nel tempo, avrebbe comunque perso un sacco di soldi.
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