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2022 d.C.

Cronache dal futuro prossimo.

Dieci anni passano in un attimo. Tutti ricordiamo perfettamente l’11 settembre del 2001, sappiamo che cosa stavamo facendo nel primo pomeriggio e come abbiamo proseguito la giornata. Sembra ieri. Chi investe oggi 100 euro in un Btp decennale avrà raccolto nel 2022 interessi per 65 euro (senza calcolare gli interessi composti). Chi invece si compra un Bund ne avrà incassati 12. Chi aspetta ancora qualche settimana a comprare i Bund, di euro, nei prossimi dieci anni, ne incasserà 5 in tutto (così almeno afferma Bob Janjuah di Nomura, un pessimista originale e non monotono che vede i tassi a lungo tedeschi allo 0.50 entro breve).

Ipotizziamo un momento, come gioco di società estivo, che l’euro si dissolva o che l’Italia o la Germania escano dall’unione monetaria. Mentre possiamo essere certi che l’Italia rimborserà i suoi Btp nella valuta più debole possibile (l’euro in caso di uscita verso l’alto della Germania o la lira nel caso di nostra uscita verso il basso), non possiamo essere altrettanto sicuri che la Germania rimborserà i suoi in quella più forte. Nulla vieta che la Germania, anche una volta ripristinato l’amato marco, rimborsi in euro i suoi Bund emessi in euro. È in altre parole possibile, anche a euro riconfigurato e a marco rinato a nuova vita, che il compratore di Btp si ritrovi alla fine con 165 euro e il compratore di Bund con 112.

Lo scenario infausto meno improbabile (stiamo sempre giocando) resta però quello di una dissoluzione completa dell’unione monetaria. Finché esce la Grecia l’euro resta in piedi, ma se si defila l’Italia la moneta unica perde completamente senso e muore.

In questo caso bisogna fare delle ipotesi sul valore del marco e su quello della lira fra dieci anni. Nel notiziario immaginario del 2022 abbiamo ipotizzato 1.54 per il marco e 1.05 per la lira. Sono due valori che renderebbero indifferente avere, nel 2022, 165 lire da una parte oppure 112 marchi dall’altra. In entrambi i casi si avrebbe infatti l’equivalente di 173 dollari.
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